-La mia (non
completa!) su Life Zero il primo e il secondo numero-
Conosco
bene lo stile Bonelliano di Vietti, ho letto molte sue storie e le trovo
(quelle che ho letto!) a dir poco grandiose (Dragonero a mio avviso è uno dei
fumetti più belli, sia per storie che per disegni [e domani esce il nuovo
numero!] che la Bonelli ha sfornato negli ultimi vent’anni!), poi leggo il
secondo numero (targato Panini!) di Life Zero, se non ricordo male avevo già
scritto sul primo numero; lo devo ammettere, mi aspettavo il solito numero due
di transizione per ciò che poteva accadere più avanti, ciò che succede in
Walking Dead, non è così, no, ma per niente!
Ok,
prima di parlare della storia vorrei spendere due parole sui disegni che a mio
avviso sono perfetti per la storia che si sta narrando, un tratto pulito,
bello, che può piacere o no ma io lo amo, nessuna sbavatura o altro, diciamo
che il buon Vietti sa scegliere molto ma molto bene i disegnatori che
disegneranno le sue storie!
La
storia, come ho precedentemente scritto mi aspettavo una numero di transizione
e invece no, ma NO grosso come un palazzo di tremila piani, fin dalla prima
pagina Vietti ci catapulta nell’azione, e non con calma e patos ma come un
calcio sui denti, fa partire l’albo con
una carica estrema e la carica non la perde per nessuna pagina dell’albo, non
vorrei fare spoiler, lo letto ieri pomeriggio, diciamo subito che chi si è
abituato ad un Vietti calmo, tranquillo, un Vietti che ama la narrazione un po’
lento e il fantasy con Life Zero si deve ricredere, qui di calma non c’è né, ma
proprio neanche una briciola!
Vietti
è riuscito in un’impresa titanica, ha cambiato completamente il suo modo
“bonelliano” di scrivere, ha immerso le mani nel dolore e nel sangue, in una
manciata di pagine (è pubblicato come un albo americano e non bonelliano!) ha
dare una lezione importante a molti sceneggiatori, ha scardinato completamente
lo stile zombie, (si vorrei fare spoiler ma non li farò giuro!) una storia così
veloce e così cattiva non mi capitava da leggerla dal fu Splatter (la prima
serie non la seconda che era un po’ in ritardo con i tempi!) e non per i temi
trattati, occhio ma per la scrittura in sé, è dinamico veloce, non lascia nulla
al caso, ti abitui a vedere un determinato personaggio e pum, non c’è più con
una maestria non facile da ottenere!
Il
secondo numero di Life Zero va comprato e letto attentamente, specialmente a
chi si vuole imbarcare nel faticoso lavoro della sceneggiatura, è scritto
divinamente, disegnato benissimo, e soprattutto ha un formato americano (odio i
fumetti indipendenti e non che devono pubblicare per forza di cose con il
formato Bonelliano!), che dire d’altro?
Se
non lo comprate… avete perso una vera e propria perla del fumetto italiano!
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