-Dolore-
A
tutti i veri scrittori/artisti
I
veri scrittori, coloro che sentono il bisogno psicofisico di scrivere non sono
felici; la felicità non fa scrivere, non fa creare arte, non riesce a
instaurare un rapporto tra mente e arte, fa vedere tutto bello e tutto bene, ma
i veri artisti non sono mai felici, non sono mai contenti e di certo non sono i
tipici tipi che fanno barzellette e che tengono “bordone”, basti pensare ai
clown, vi sembrano felici? A me no!
Il
dolore (sia mentale che fisico!) porta l’essere umano a creare, a fare ciò che
non avrebbe ma9i fatto in vita, fa sì che l’essere umano diventi grandioso,
pensateci un attimo, una persona a cui viene diagnosticato un male incurabile e
che gli rimane poco tempo da vivere cosa fa? Ci sono due opzioni, la prima è la
depressione totale e conta i giorni che gli rimangono, la seconda è che la
persona in questione si da una botta e fa ciò che non ha mai fatto in tutta la
sua vita, io parlo per la seconda opzione!
Una
persona che soffre e che soffre tanto (per me il dolore fisico e quello mentale
sono comparabili se non uniti!) ha un potere immenso, sa che gli manca poco e
da il mille per cento ed è per questo che sono fortemente convinto che un vero
artista non potrà mai essere felice, vogliamo fare qualche esempio? Bene,
facciamoli!
·
Joyce:
Uno scrittore geniale con un carattere di merda, soffriva di depressione
cronica ed è morto d’ulcera, uno scrittore geniale che ha scritto tutto il suo
dolore e le sue angosce in tre romanzi e una raccolta di racconti, non stava
bene, fin dalla infanzia lo consideravano un genio ma era malinconico, questa
malinconia lo ha portato all’alcolismo che unito alle varie tragedie causate da
sua figlia ha peggiorato la sua situazione ed è questo che lo ha portato alla
morte, la sua genialità è connessa in maniera estrema al suo stato mentale,
Joyce non era un compagnone ne altro (a parte quando beveva e si ubriacava come
un grillo!), Joyce viene a tutt’oggi considerato un genio e un innovatore della
scrittura!
·
Kafka:
Parlare di Kafka senza parlare delle sue condizioni fisiche (aveva un brutto
male hai polmoni!), e mentali e impossibili, non si sentiva amato da nessuno e
si considerava un reietto totale in primo luogo perché era ebreo e in secondo
luogo perché aveva una bassissima stima di se stesso, non si sentiva amato e tutta
la sua scrittura è un elogio alla sua pochissima auto stima, arrivò a
dichiarare che alla sua morte tutto ciò che aveva scritto venisse dato alle
fiamme, oggi Kafka è considerato un genio assoluto (Il processo l’unico romanzo
che ha finito è un capolavoro, il Castello e Amerika non sono mai stati
conclusi e nonostante la loro non conclusione vengono considerati capi mastri
della letteratura mondiale!)!
·
Wallace:
Le parole si sprecherebbero con DFW, reputato un genio da moltissime persone,
ma la sua opera è rimasta incompleta perché si è suicidato prima di finire il
suo romanzo “sulla noia”, abbuiamo a oggi dei frammenti incollati alla bene
meglio dal suo editor, cosa che lui non avrebbe mai accettato, basti pensare a
Infiniti Jest che è stato epurato di molte pagine, che DFW ha accettato per
essere pubblicato ma che secondo me gli rodeva molto questa cosa (come farebbe
rodere a tutti gli scrittori degni di questo nome, che la propria opera venga
stuprata da editor e quant’altri!), DFW è il simbolo o mito che dir si voglia,
della mia teoria del dolore, soffriva da decenni di depressione cronica (anche
dovuta a tutta la droga che si è fatto!) ed è arrivato al punto di non farcela
più, è stata una perdita estrema per la letteratura moderna ma in fondo è meglio
così….
·
Burgess:
L’autore di Arancia Meccanica gli fu diagnosticato un male incurabile, gli
diedero tipo un paio di mesi di vita e lui da genio qual era si è messo a
scrivere, ha scritto romanzi su romanzi all’unico scopo di dare una sicurezza
economica alla sua famiglia, la leggenda vuole che abbia scritto una decina di
romanzi, il delirio di tutta questa storia è che il buon Burgess non doveva
morire, avevano sbagliato alla grande, non morì in pochi mesi, ma questo
esempio è l’estrema conferma della mia teoria, un artista che soffre o che sa
che deve morire da il meglio di se e Burgess è l’emblema di questa mia teoria!
·
Plath:
a mio avviso una delle più grandi scrittrici/poetesse che abbiano mai calcato
il nostro pianeta e guarda caso si è
suicidata, non riusciva ad andare avanti, dopo la “burrascosa” separazione dal
mediocre marito poeta non è più riuscita a rialzarsi mentalmente e infatti, è
in questo periodo che la Plath ha scritto le sue migliori poesie le lettere più
accorate, si è suicidata salvando i figli, il suo dolore non voleva intaccare
il suo estremo amore per i figli, la mia teoria con la Plath è confermata al
mille per cento!
·
Leopardi/Ungaretti:
Questi due geniali scrittori non stavano bene, il primo è sempre stato
tormentato dal suo non piacevole aspetto fisico e dall’amore non corrisposto,
il secondo è stato distrutto mentalmente dalla prima guerra mondiale, i due
scrittori anche se non simili, sono uniti da un filo invisibile… la poca
bellezza fisica e una depressione galoppante, potete per un secondo immaginarvi
un Leopardi allegro? Sarebbe riuscito a
scrivere quell’orgasmo letterale che sono i suoi scritti? Non credo! Ungaretti
se non avesse vissuto la drammatica esperienza della prima guerra mondiale
sarebbe riuscito a scrivere “M’illumino d’immenso”? Non credo, il dolore sia
mentale che fisico hanno fatto sì che questi due grandiosi geni sono riusciti a
scrivere ciò che hanno scritto!
·
Dante:
Parliamone, ma seriamente, diciamocela tutta, Dante soffriva per una sbandata e
tralasciando l’orgasmo che ha ottenuto nel poter scrivere in “volgare” la sua
commedia e nello scrivere la commedia cercando di conquistare la donna di cui
si era innamorata la commedia non ci sarebbe mai stata, non dico che la maggior
orgasmo letterale che l’Italia abbia mai creato sia un’enorme sega mentale di
Dante, sia letterale che fisica, credo che il buon vecchio Dante abbia scritto
la Divina commedia in primis per poter scrivere in volgare (che ormai non è più
volgare ma scrittura alta e i Toscani ne sanno qualcosa [e voglio dire che ogni
Toscano saprebbe recitare alla perfezione la Divina Commedia!]!) e per far
capire alla donna che amava e che non poteva avere la sua massima dichiarazione
d’amore…. Non ha avuto esito positivo e sono fortemente convinto che Dante di
questo ha provocato un estremo dolore, il massimo esponente della genialità
italiana è stato bidonato (oppure ha ricevuto un due di picche grosso come un
palazzo!) miseramente!
·
Proust:
considerato dai più un genio assoluto
(Io personalmente non sono tra questi!), anche lui ipocondriaco all’ennesima
potenza, ha scritto la sua ricerca del tempo perduto in decenni in una stanza
ovattata dove telefonava alle varie prime dell’opera per farsi raccontare e
ascoltare l’opera in questione, oggettivamente voi cari lettori lo
considerereste una persona normale? No, stava male e male è riduttivo, aveva
preso coscienza della sua sessualità ma all’epoca non era facile sbandierarlo
hai quattro venti e allo0ra il “sommo” Proust ha scritto un’epopea di un’epoca
che non poteva ritornare, ha creato personaggi femminili che non lo erano
affatto, stava male e soffriva tanto, probabilmente hai giorni nostri sarebbe
stato una persona o meglio uno scrittore come gli altri ma quando o meglio
nell’epoca in cui ha vissuto non era facile essere se stessi!
Ho portato alla vostra
attenzione svariati scrittori che apparentemente non c’entrano nulla gli uni
con gli altri ma il filo conduttore che io voglio tirare è uno, il dolore, la
felicità non fa scrivere e non fa creare opere artistiche, quindi fantastici neo
autori che vogliono creare a tutti i costi qualcosa sappiate solo una cosa, la
felicità è passeggera, passa e non torna più ma il dolore fa creare alla mente
cose formidabili, quindi scrivete, dipingete o fate qualsiasi cosa d’artistico
quando non siete felice che magari (e ripeto magari!) entrerete nella storia
dell’arte (inteso tout court e non solo nella scrittura, potevo farvi esempi su
pittori, fotografi e quant’altro ma essendo io un pseudo scrittore che legge
tanto mi sono basato solamente sui vari scrittori!) e verrete ricordati, dovete
sfruttare il vostro dolore (sia fisico che mentale ma il mentale fa creare di
più… a dirla tutta!) è un dono prezioso, è la quint’essenza dell’arte a
trecentosessantaquattro gradi, è una forza che fa sì che uno scribacchino da
nulla diventi uno scrittore, che un imbianchino qualsiasi diventi un nuovo
Picasso, sfruttate il vostro dolore (so che non è bello dirlo ma se volete
entrare nel meraviglioso Eden di coloro che vengono considerati artisti dovete
farlo, dovete soffrire, dovete sputare sangue e sudore, dovete essere tristi!),
personalmente parlando nelle rare occasioni che ero felici non ho scritto,
neanche una riga, un periodo o una frase e invece quando sono triste, affranto
e distrutto dal mondo ho scritto le mie migliori cose…. Quindi cari neo
scrittori voglio darvi un consiglio, se non soffrite non scriverete mai un
grandioso romanzo o racconto o poesie, sarete scialbi e insipidi perché
ricordatevi sempre che le persone felici hanno ottenuto tutto ciò che vogliono
e quindi non hanno più niente da dire, hanno perso la fiamma dell’arte…. Siate
tristi e sfruttate la vostra tristezza per creare arte geniale ed è questo che
il mondo artistico tout court vuole!