Ho
la fortuna di essere nato nel millenovecentottanta!
È
una grande fortuna, perché ho vissuto la mia infanzia nei colorati anni ottanta e la mia pubertà negli anni novanta, mi sento fortunato e molto anche perché nel
duemila/duemilauno mi hanno diagnosticato una malattia brutta, non fisica, non
ho tumori o quant'altro, ma una malattia a cui non c’è cura, una malattia? Direi
di no! È un po’ come se un medico diagnosticherebbe che un paziente ha i
capelli castani e gli occhi verdi, io personalmente non la vedo come una
malattia o quant'altro, ma una cosa, strana, forse, del mio essere!
Questa
mattina sono stato al ex Paoli Pini (un ex manicomio!) per una cosa
burocratica, la mia mente ha vagato e molto, girovagando nel parco dell’ex
manicomio, quando la mia mente vaga è sempre un problema, sappiatelo, Io so cos'era il Paolo Pini, ho scattato una foto di un muro questa mattina, un graffito forse anni settanta, il graffito recitava :”Psichiatri Assassini Torturatori”,
il graffito fatto quasi quarantanni fa mi ha fatto pensare, a dirla tutta è
stato come un pugno in faccia tirato da Tyson, nella mia mente che non funziona
linearmente, mi sono venuti in mente molte cose, Hitler che ordina di uccidere
tutti i “matti” (prima degli ebrei Hitler voleva fare una piazza pulita
eugenetica dei tedeschi non troppo “ariani [che poi il termine Ariano è
riferito agli indiani dell’India…. Ma va bene così!]”!), mi sono immaginato per
un secondo se fossi nato nell'anno sbagliato!
Per
mia solenne fortuna hanno classificato ciò che sono, solo nell'ottanta, però mi
sono immaginato se fossi nato nel quaranta, mi avrebbero fatto una diagnosi nel
sessanta (se non crepavo prima durante la seconda guerra mondiale, anche se a
vedere la mia indole non mi sarei schierato, forse mi sarei nascosto o forse
sarei diventato un partigiano se avessi avuto l’età!), il paziente Jonas cos’à?
È triste ma a volte e troppo allegro… bam, manicomio, facendo due calcoli ci
sarei stato fino agli anni ottanta ovvero fino a quarantanni, avrei vissuto la
gran parte della mia vita in un manicomio, la cosa può colpire, lo so!
Sarei
entrato in manicomio nel sessanta, sessantuno, all'epoca non c’andavano per il
sottile, chiunque poteva essere internato, io sarei stato uno di questi, mi
sarei beccato elettroshock, esperimenti chimici per provare nuovi farmici,
probabilmente mi avrebbero messo in coma farmaceutico perché troppo espansivo,
forse mi sarei suicidato dopo pochi giorni dal mio internamento (se avessi
avuto il mio carattere d’oggi all'epoca!), forse sarei “guarito”, forse, forse
starei ancora lì, un vecchietto stronzo e malmostoso che urla alle infermiere e
che dopo pochi secondi piange disperato, forse!
Molti
lo sanno, molti no, ok, sono bipolare, un bipolare lieve, stando ai vari
manuali di psicologia, in poche parole passo molti periodi che sono in UP,
ovvero che riesco a scrivere tremila pagine in un mese, creando film, fumetti,
vocaboli nuovi e quant'altro e passo mesi e mesi di down, ovvero, che l’unico pensiero costante è il farmi fuori per liberare il mondo dalla mia insulsa e
inutile presenza, quando si è in down è pesante e molto, sappiatelo, si sta
male e non si sa il perché, si sta male e basta, tutto è nero, tutto è merda,
si diventa aggressivo e quant'altro per poi chiedere scusa in lacrime!
Mi
hanno diagnosticato il disturbo bipolare nel duemila/duemilauno, non lo presa
bene, per niente e i miei famigliari (solo due, mio padre è morto senza sapere
che aveva un figlio diagnosticato pazzo, matto e quant'altro!) mi sono stati
molto vicini, se fossi nato anni prima della mia nascita sarei considerato un matto o pazzo che dir si voglia e la visita al ex manicomio milanese mi ha
fatto pensare!
Sono
pazzo?
Non
direi, a parte le spese folli!
Sono
matto?
Direi
di no, beh certo, a leggere certe mie cose tipo “O’Shere”, “Macchina da
scrivere” e certi miei racconti chiunque mi rinchiuderebbe, ma dire che sono
matto… direi di no!
Sarei
da rinchiudere?
A
volte si, a volte no, e io sono profondamente contrario ai farmaci e al
famigerato TSO, ma più che rinchiuso direi che avrei bisogno di una parentesi
calma e tranquilla, tutto qui!
Sono
malato?
Direi
di no, o meglio è malato chi ha gli occhi castani o i capelli biondi? Direi di
no, l’essere bipolare non è una malattia mentale ma è l’essere estremamente
sensibile, forse troppo, è l’avere il magone per certe reclam, per determinate
canzoni, stare male per delle cazzate, svegliarsi al mattino ed essere tristi
senza sapere il perché, l’essere bipolare è tutto questo e molto di più, vuol
dire saper ascoltare veramente le persone, il saper riconoscere i geni, l’avere
una sintonia strana verso le persone che stanno male, l’essere bipolare non è
una malattia ma una evoluzione strana e dolorosa, è il provare sentimenti al
mille per cento, quando amo io amo anche troppo, quando odio, odio anche di
più, quando voglio bene il bene è al mille per cento puro, non è falsato da cazzate
e quant'altro (e lo sanno i miei amici!)!
Tornando
a bomba, sono nato nel millenovecentottanta, e per l’esattezza a metà anno,
quindi non ho avuto problemi, mi è stato diagnosticato il disturbo bipolare nel
duemila, quindi quando avevo vent'anni, ora ne ho quasi trentasei e sto bene,
ho conosciuto persone meravigliose in questi quasi trentasei anni, il mio
migliore amico, la sua ragazza, ho conosciuto persone talmente meravigliose che
sono riuscite a descrivere il mio stato mentale, ho conosciute persone
meravigliose che sono riuscite a descrivere la mia vita amorosa alla
perfezione, ma ho conosciuto anche dei bastardi figli di troia, ma quelli non
contano, preferisco pensare alle persone che mi sono diventate amiche e sono tante,
alla mia famiglia che mi supporta sempre e for ever, alle persone che
nonostante non si ha un rapporto d’amicizia fraterna io gli considero amici e
grandiosi (e guarda caso sono tutti artisti o scrittori…. Sarà un caso?), cosa
voleva dire questo mio scritto?
Forse
nulla, forse tutto!
Sarei
propenso a pensare alla prima delle ipotesi, non vuole dire niente, forse è solo
un pensiero della mia fortuna, forse no, forse, e più semplicemente, volevo
scriverlo e basta!
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