lunedì 28 marzo 2016

La mia su UT (la prima di tre della "La mia"!)




-La mia su “UT”-

Lo devo ammettere, è alquanto difficoltoso dire “la mia” su UT, la neo creatura di casa Bonelli, è difficoltoso perché devo scindere in tre l’albo, ovvero, la storia, la sceneggiatura e il disegno!
Non mi sono mai tirato indietro davanti alle sfide!
Il disegno, non amo particolarmente Roi, lo devo ammettere, il suo lavoro su Dylan Dog mi passava vicino ma non mi toccava appieno…. Ecco, mi sono dovuto ricredere, UT è disegnato alla perfezione, dalla copertina fino all’ultima pagina avevo la mascella a livello dei piedi, mi capita raramente, fidatevi, il tratto di Roi non è superbo, di più, è a dir poco grandioso, uno spettacolo per gli occhi e per noi nerd che leggono fumetti, sono fortemente convinto che quest’ultimo tratto di Roi superi il miglior Toppi ed è a pari merito con Bill Sienkiewicz, ed io amo alla follia  il maestro Sienkiewicz, è un complimento mica da ridere, ok i disegni sono favolosi, il taglio narrativo delle tavole è a dir poco geniale ma la storia?
La storia è un’idea di Roi, sinceramente parlando è molto ostica per il lettore medio, per un lettore navigato e non di fumetti, è avvincente, non è una storia a fumetti, che sia chiaro, proprio per nulla, è altro, è una storia, punto, una storia complessa che ricorda il gioco delle scatole cinesi, mi ha affascinato, devo ammetterlo, è molto, è la tipica storia che scriverei io, e di questo ne sono felice, una storia contorta, che non racconta il passato perché è irrilevante, non da suggerimenti per il futuro perché sono irrilevanti, prende un attimo preciso e racconta quell’attimo, e la genialità sta tutto qui, chi se ne frega di ciò che è successo prima, è irrilevante, è importante l’attimo stesso in cui l’azione si svolge ed è proprio questo il punto di forza della storia, l’attimo, il momento esatto in cui UT nasce, vive, cresce e che probabilmente arriverà al suo epilogo naturale!
Sceneggiare una storia così non è facile (vorrei vedere se qualche sceneggiatore riuscirebbe a sceneggiare un mio scritto sperimentale!), direi che è quasi impossibile, ma i miracoli esistono, e grazie a Dio esistono, ecco, la Barbato ci è riuscita alla grande, voglio fare un piccolo esempio per farvi capire la complessità del lavoro della Barbato, ok, prendete “Il Castello” di Kafka e lo fate scrivere a Joyce post “Ulisse”, ecco a voi UT, la Barbato ha creato una sceneggiatura onirica da paura, una trama complessa che si apre poco per volta, è stata grandiosa, davvero, ha compiuto un mezzo miracolo (ho letto solo il primo numero e sinceramente non so di quanti numeri è composto UT!), ma se continua così posso solo inchinarmi a lei, è riuscita in relativamente poche pagine a trasformare una storia complessa intellettualmente in una storia fruibile che possono leggere in molti, non tutti, ma in molti si!

L’albo, il primo, mi è piaciuto molto, sono rimasto sorpreso di questa uscita che esce completamente dai canoni Bonnelliani, e si capisce che la Bonelli ci tiene a questo progetto dalla carta che hanno usato per la copertina (so che può sembrare una cazzata ma se ci fate caso, hanno usato una carta molto pregiata!), dal marketing e da tutto il resto, posso dirlo, finalmente (dopo Dragonero!) un albo Bonelli che guarda al futuro e quindi devo dire grazie sia a Roi e sia alla Barbato, siete riusciti a scardinare completamente i canoni marmorei della Bonelli!   

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