-La mia su “L’ultima
caccia di Kraven” dopo quasi trent’anni dalla prima uscita ma scusate all’epoca
ero troppo piccolo!-
Ci
sono fumetti che travalicano il concetto stesso di fumetto, ci sono fumetti che
hanno portato l’asticella del “Si può fare” all’asticella del “Ora si può fare
anche così!”, non sono tanti questi fumetti (e mi scuso fin da ora con il
fumetto francese, Belga, spagnolo e di tutti gli altri paesi ma ahimè non sono
un tuttologo e non so tutto di tutto!)!
Per
quanto riguarda l’Italia non si può non citare tre autori, anzi Autori, Pratt,
Crepax e Pazienza, il primo ha creato un personaggio che non ha avventure
semplice ma vive in una mitologia europea, Corto Maltese non è un eroe, non è
un’anti eroe, è un passeggero nelle storie, Crepax, basta prendere un albo
qualsiasi di Valentina e si capisce che a parte i nudi Crepax racconta in
maniera onirica, riesce a creare un mondo che c’è in un certo punto di vista ma
che non c’è da un altro, Pazienza? L’unico autore che è riuscito a raccontare
la vita di tutti i giorni di un tossico (Pompeo!) ed è riuscito in maniera
lucida e limpida hai suoi demoni interiori!
Il
Giappone… Otomo, Akira, una serie che non solo ha rivoluzionato in modo totale
i manga giapponesi, ma è riuscito a dire :”Ok ragazzi da ora si può scrivere e
disegnare questo tipo di storie!”!
L‘Argentina…
Eternauta, un fumetto che tutti gli appassionati di questa arte devono avere
assolutamente in casa, un fumetto fantascientifico ma non lo è del tutto, un
fumetto politico ma non lo è del tutto, basti pensare che lo scrittore di
questa perla del fumetto è diventato un desaparecidos… !
L’America…
ok vetta su tutti il Dark Night Returns… è stato Miller il primo in America a
dire, ok i supereroi ma facciamoli diventare adulti e con lui un certo Moore
con Watchmen che ha portato ancora più in là l’asticella del fumetto da
supereroi in un’area più adulta, Gaiman invece è riuscito con il suo Sadman ha portare la cultura “alta”
in un fumetto seriale, mica roba da poco!
E
la Marvel (/tranquilli fan della “casa delle idee” che non me ne sono
dimenticato, e poi basta vedere il titolo!) ?
Tralasciando
le opere di Miller su Daredevil ed Elektra c’è un fumetto o meglio sei numeri
di una testata “mainstrem”, sto parlando dell’”Ultima caccia di Kraven”, un
fumetto FONDAMENTALE per tutti, immaginatevi un personaggio come l’uomo ragno,
ligio al dovere, perfettino che sbarella, un suo nemico di seconda categoria
che diventa il personaggio fondamentale della storia (in effetti l’uomo ragno
si vede pochissimo!), mescolate tutto e avrete un piccolo capolavoro!
Vi
faccio una domanda semplice, leggereste mai un fumetto di un supereroe dove lui
non appare quasi mai? Deduco di no, ma questi sei numeri (ripubblicati in
questa settimana dalla Panini!) gli leggereste, perché?
Semplice,
perché c’è un DeMatteis all’ennesima potenza (forse è la cosa più geniale che
ha scritto, non più bella ma geniale!) e un Zeck all’ennesima potenza, la storia
è un incubo a occhi aperti, si legge la malattia mentale di Kraven (e ora non
rompetemi le palle sui spoiler perché se non avete mai letto “L’ultima caccia
di Kraven” non siete nerd e non siete lettori di fumetti e quindi è meglio che
incominciate a farvi una cultura fumettistica!), un uomo ragno in preda ad un
delirio totalitaristico, un MJ Watson (novella sposa!) disegnata così bene e
caratterizzata così magnificamente che si prova invidia per il nerd Peter
Parker (ok spoiler, l’uomo ragno in verità si chiama Peter Parker!), la storia
di sé si basa su storie già narrate in letteratura (Delitto e Castigo in
primis!), ma DeMatteis la riscrive e la rende unica nel suo genere, una storia
così forte e così d’impatto al giorno d’oggi è impossibile da leggere (sia alla
Marvel e sia alla mia amata DC!), parla di malattie mentale (e qui qualcosina
la so… e consiglierei la lettura di questo volume a tutti i miei colleghi
bipolari… fidatevi è illuminante!), di dolore estremo, di perdite e di
ritrovamenti e il tutto in sei numeri americani (che probabilmente sono usciti
in due mesi in America!), ok ho parlato della sceneggiatura perfetta (si non ha
buchi, è una storia raccontata da più voce, una specie di saga corale breve!)
ma il disegno?
Qui
Zeck si è superato (in Guerre Segrete probabilmente non aveva voglia!), le
anatomie perfette, i primi piani cinematografici, le espressioni dei volti, il
taglio delle tavole alquanto innovative (beccatevi la tavolo a pag. 9 del
quarto capitolo [sti stronzi della panini non hanno numerato le pagine!] e poi
mi saprete dire… è una tavolo a dir poco perfetta e che rimanda a moltissimi
riferimenti filmici come i film di Romero o a quadri di “cultura alta”!), un
Zeck così è difficile da trovare, la perfezione del tratto e l’impaginazione
delle tavole, non ha buchi, è in pratica un albo perfetto, la storia è
grandiosa e pesante, i disegni sono un’eccellenza che in pochi hai giorni
nostri sella sognano di notte e poi si svegliano tutti sudati e dicono :”E’
stato un sogno, un sogno bellissimo!”!
Si
amo l’ultima caccia di Kraven, anche perché quando è uscito io c’ero, ero piccolino
e meno stronzo d’adesso, ma c’ero, il primo speciale dell’uomo ragno (ho ancora
l’edizione incollata alla cazzo di cane della Star comics!) non potevo non
averlo, e oggi lo ricomprato nelle edizioni Panini (si non vado a Lucca per compare
i fumetti che poi dopo due giorni trovo nella mia fumetteria di fiducia!) e lo
riletto tutto e ancora a oggi dopo quasi trent’anni è una storia meravigliosa…
forse una delle poche storie geniali della Marvel da un paio d’anni a oggi…