martedì 30 ottobre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
venerdì 12 ottobre 2012
Forse
la lista che state per leggere può essere “letta” come un becero
(vi ho mai detto che adoro la parola becero?) tentativo di far
aumentare il mio già smisurato ego (di cui non ho nessunissimo
motivo d’avere un ego!) però le idee non sono molte e quindi
voglio quest’oggi, scrivere su ciò che uno scrittore (o presunto
tale!) deve fare o avere per poter scrivere al cento per cento (io
non essendo uno scrittore potrei sbattermi di questa lista ma visto
che la sto scrivendo dovrò leggerla!), quindi meravigliosi neo
Wallace moderni, lasciate per un secondo il dizionario e beccatevi
questa lista!
- Deve avere uno o più taccuini!
- Deve essere iper critico su ciò che fa!
- Non deve assolutamente considerarsi migliore di qualcun altro!
- Deve osservare le persone!
- Se prende appunti dovrebbe farlo in modo estremamente schematico!
- Deve scrivere, scrivere e ancora scrivere!
- I corsi di scrittura creativa sono utili ma non fanno di una persona uno scrittore!
- Non deve mai perdere la sensazione di sorpresa!
- Deve sempre emozionarsi per le piccole e per le grandi cose!
- Deve viaggiare e più lo fa meglio è!
- Deve sempre essere distaccato (se si vuole fare lo scrittore critico!)!
- Non deve essere politicizzato!
- Deve avere almeno un paio di vocabolari!
- Se si vuole imitare Joyce deve avere una pazienza e un cervello non da molti e quindi non imitatelo (il mio O’Shere ne è la conferma!)!
- Non dite mai che siete scrittori anche perché la pubblicazione è un miraggio nel deserto!
- Per i primi passi dovete imitare ma poi dovete avere la vostra strada!
- Ricordatevi sempre che non siete i primi, salterà fuori sempre che qualcuno prima di voi scriveva come voi!
- Se volete cimentarvi nella poesia fatelo ma non parlate sempre di una sola cosa!
- Se volete scrivere romanzi dovete tenere bene a mente l’inizio e la fine di ciò che state per scrivere!
- Leggete tanto, anzi tantissimo!
- L’ispirazione dovuta a il proprio compagno passa in fretta qui9ndi non basate la vostra scrittura su questo!
- Siate sempre distaccati da ciò che scrivete (aiuterà i vostri potenziali biografi a scrivere ottime biografie!)!
- Se siete politicizzati non scrivete di politica poiché offuscherà il vostro libero arbitrio!
- Vi credete geni? Non lo siete fidatevi!
- L’alcol non aiuta lo scrittore ma anzi lo porta a derive letterali!
- Volete scrivere un romanzo erotico? Benissimo ma sappiate che annoierà il lettore!
- Scrivete contemporaneamente più cose, aiuta a tenere la mente allenata!
- Se volete scrivere un romanzo verità accertatevi sempre delle fonti (se no rischiate querele e quant’altro!)!
- Distaccate sempre la vostra vita da ciò che state scrivendo!
- I diari di viaggio sono affascinanti ma difficili da scrivere, se volete farlo fatelo ma dovete sapere a cosa andate incontro (ho impiegato molte facoltà mentali per i miei De Belli!)!
- Se scrivete sotto l’effetto di qualcosa ciò che scriverete risulterà così :”dhjgdjkgsdkfghjkghfjklg, jgdfkhjsdjklghljkg”!
- Diffidate sempre da coloro che affermano che possono darti una mano!
- Non tagliate o censurate nulla!
- Ricordatevi sempre che ciò che scrivete è unicamente vostro!
- Se pensate di vivere di scrittura smettete subito non ci si vive!
- Volete essere giornalisti, bene sappiate però che almeno che non avete un dono naturale, dovrete mangiare pane e acqua per un bel po’ di anni!
- Non scrivete mai uno scritto troppo incazzato!
- Sappiate accettare tutte le critiche e valutarle per il loro vero valore!
- La scrittura è un lavoro difficilissimo ma non impossibile, quindi scrivete!
mercoledì 10 ottobre 2012
-Il
suicidio del sistema Vol. 3 24 “Lazio”-
Molto
probabilmente questo sarà uno dei suicidi del sistema più
incazzato, lo sarà perché ormai lo schifo della politica nazionale
(in primis!) e di quella regionale ormai ha raggiunto vette degne
solo di una cloaca a cielo aperto.
Parlo
di Fiorito (detto er batman!) chi è costui? Nessuno lo sa, neanche
nel PDL (che a breve il mai domo Big s. cambierà il nome, io ne
avrei di nomi ma è meglio che me li tengo per me!)il partito dove
militava (e dove milita tutt’oggi affermando che vuole
ricandidarsi!), nessuno sa chi sia, comunque è riuscito ad arrivare
a sedersi su una poltrona della regione Lazio, di logica se è
arrivato a tanto avrà nel suo curriculum vitae grandissime cose, in
effetti, due, la prima è lo stato organizzare una festa in maschera
che per tema aveva l’antica Roma dove in molti erano travestiti da
maiale (ma brutto stronzo, come osi comparare l’impero romano ha
una festa degna delle baccanali, ma Dio Cristo… studia la storia
palla di lardo di merda!), la seconda (e non sto scherzando!) è
stata organizzare una festa che per tema aveva il cesso (dove ha
partecipato anche il presidente della cultura laziale, quindi di
logica secondo Veronica Cappellaro [è questo il nome della esimia
presidentessa!], un nome un programma, considera l’arte laziale
come un cesso? Se fosse così bisognerebbe farla internare subito!)
come tema…. D’altro nessuno sa, cosa abbia fatto questo “esimio”
politico nessuno lo sa!
Qualcosa
è uscito però, per esempio un millequattrocento euro e rotti per un
aperitivo, Dio bono a quante persone ha offerto il prosecchino
l’”esimio” politico? A metà Roma si direbbe, altre cifre,
quattromila euro spese in un sol giorno in una cartoleria, ok che i
quaderni costano ma con quella cifra tappezzavi Roma di Moleskine che
come ben si sa sono i taccuini più cari al mondo, andiamo oltre, lo
sgargiante “politico” ha ammesso candidamente che ogni mese
moltiplicava per ottantuno il suo stipendio netto praticamente
prendeva (nette e lo voglio ribadire, anche perché è ciò che
effettivamente percepiva dalla regione Lazio!) come il debito
pubblico di un paese qualsiasi e per lui era normale visto e
considerato che lo fanno tutti… lo fanno tutti? Per la serie
:”Tutti si buttano giù dal ponte e per non essere fregnoni mi ci
butto pure io”… ma porcaccia di quella puttana, ma come osa fare
così? Un minimo di dignità personale, lo hanno preso con le mani
nella marmellata e lui (il ciccione schifoso!) candidamente ha detto
che lo fanno tutti, se fossimo in un paese islamico (che a volte ci
sono superiori, pochissime volte ma a volte succede!) li avrebbero
tagliato le mani!
Ma
ciccio unto è l’unico che rubava (perché di furto si parla visto
e considerato che non ha rubato a un privato ma a tutta l’Italia!)
in Italia? Ovviamente no, anche camicie sgargianti in Lombardia c’ha
dato del suo, e che cazzo la regione più ricca d’Italia poteva
farsi perdere l’onore di avere un farabutto che la governasse? Ma
mai nella vita e quindi anche lui si faceva pagare vacanze extra
lusso in paesi esotici, barche e quant’altro, ma oltre a lui anche
in Piemonte in questi giorni sta uscendo un bel po’ di merda,
vacanze bianche ultra extra lusso pagate con i fondi pubblici (è
normale vogliamo noi cittadini non pagare le vacanze dei nostri amati
politici?), in Emilia Romagna c’è un losco figuro che abitava a
tre passi dal suo posto di lavoro che si faceva rimborsare
settantacinque chilometri al giorni (forse prendeva la strada lunga
poverino è un amante del verde e vuole farsi una passeggiatina per
Bologna possiamo darli torto?), in Campania invece si facevano pagare
così non si perché, rimborsi eh, ovvio, la dura vita del politico
va retribuita, ma stiamo scherzando? Tutti i giorni… ah no, è vero
due giorni a settimana a scaldare una sedia foderata di velluto è
faticoso, vogliamo mettere con una commessa che deve lavorare di
media undici ore al giorno per avere uno stipendio che non sia da
fame? Vogliamo mettere con un artigiano che deve chiudere la sua
attività perché non ha più un soldo? Vogliamo mettere con i
dipendenti a chiamata che vengono sistematicamente sfruttati? Ma
scherziamo, il duro, durissimo, estremo, lavoro dei politici? È
faticoso non fare un cazzo tutto il giorno, poi vogliamo mettere
l’alto tasso di cultura in una festa sul cesso? Era importante
farla, anche il cesso ha i suoi diritti e che cazzo! Voi la fate
facile ma comprarsi tutti i giorni una camicia sgargiante costa ed è
faticoso, come è faticoso dare un aiutino ai propri amici,
l’amicizia è importante, senza amici la vita sarebbe arida e
quindi via a dare appalti solo agli amici!
Poi
si parla di anti politica, perché mai ci dovrebbe essere? I nostri
politici sono puliti come acqua di fonte, sono retti e onesti, altro
che i dipendenti che vengono inculati con la differenza tra lordo e
netto, altro che ha i poveri stronzi (come me!) che pagano tutto ciò
che c’è da pagare e quasi si sentono in colpa se non lo fanno, i
politici fanno solo il bene di noi italiani… quindi bisogna
rivotare i vari Cicci unti, camicie smaglianti, perché loro sono il
futuro e il benessere…
Non
so voi cari lettori ma io ho la bile che mi esce dagli occhi, perché
questi quattro stronzi (tutti nessuno escluso, dal parlamento alle
regioni!) credono di essere nel giusto, credono che viviamo ancora a
inizio anni novanta quando le notizie non erano così fruibili come
lo sono adesso, è normale per loro rubare a piene mani e chiedere
sacrifici agli italiani, ma VAFFANCULO, porca troia impestata,
VAFFANCULO, non è normale, io non voto più proprio per questo (e
non venitemi a dire che è un diritto acquisito dopo il fascismo e
quindi è un segno di libertà se no vi ci mando anche a voi!) perché
uno vota (le pecore che sono gli italiani crederanno alle stronzate
che big s. sta sputando fuori in questi giorni!) e poi, non si sa con
quale magia, ci si ritrova ad essere governati da gentaglia (buona
solo a spaccare le pietre in Siberia!) come ciccio unto e camicie
sgargianti, bravi, votate, aveva proprio ragione quel tale che disse
“popolo bue”, ma davvero…
martedì 9 ottobre 2012
Come avevo promesso sul mio De Bello
Romano, oggi scrivo sul perché non sono uno scrittore (a parte che
non ho mai pubblicato una minchia di niente [a parte due cose e chi
mi segue da un po' sa cosa sono e oggi non voglio riscriverle!]!),
non sono uno scrittore perché non ho molta stima di me come
scrittore, semplicemente metto in parole ciò che vedo e basta ne più
ne meno, come non sono un pittore perché i miei disegni sono
semplicemente delle lignette ondulate prevalentemente nere che
chiunque abbia una mano e una penna saprebbe fare (e non sono neanche
il primo a farlo anche perché nei lontani anni novanta era il modo
in cui gli studenti passavano il tempo durante le interrogazioni
altrui!), non sono un regista anche se ho fatto dei filmati (di
solito sgranati e mossi e senza capo ne coda [che poi è da un secolo
che non li faccio più!]!), non sono un DJ anche se faccio dei
presunti DJ set che nessuno ascolta quindi di logica non sono un DJ,
non sono affatto un musicista anche se ho “creato” delle canzoni
(un accozzaglia illogica di suoni presi a cazzo di cane ne più ne
meno!), non sono un fumettista anche se ho disegnato più di cento
storie (se le avventure di Johny & Fred vengono prese come storie
a fumetti il povero Eisner si sta rivoltando nella tomba, sono
semplice e pure stronzate partorite da una mente strana!), non sono
un'artista però mi reputo un creativo (e non parlo delle mie doti
d'attore che sono pessime perché non riesco a fingere anche se ho
recitato il monologo (super famoso!] dell'Amleto!), un creativo che
gode come un riccio a sfidarsi (O'Shere ne è la prova calcolando che
quando lo incominciato [una decina d'anni fa!] ho pensato, peccando
di ybris, :”Se lo ha fatto Joyce perché io non potrei farlo?”!),
amo vincere le sfide che mi lancio addosso, anche se non le vinco
tutte mi piace sfidarmi (i miei disegni sono la prova lampante, ho
incominciato su un foglietto molto più piccolo di un fazzoletto ed
ora sto disegnando su un foglio di quattro metri per quattro!) e
continuo a farlo dal lontano novantaquattro, anno in cui la mia
creatività a preso sempre più piede e non si è ancora fermata e
spero che non lo faccia mai!
lunedì 8 ottobre 2012
-Viaggio-
Le
farfalle, milioni e milioni di farfalle, tutte attorno a me, che
meraviglia, l’arcobaleno, i colori che prendono vita e m’immergono
come uno tsunami colorato, si sta bene in questo calore chimico, una
dolce copertina con tutti i colori dell’arcobaleno, felicità,
tristezza, amore, odio, tutto insieme in un cocktail chimico, è la
chimica che fa tutto, non le persone, i fatti, i gesti, una pastiglia
e ci si dimentica di tutto e tutti e si viene accolti in un nirvana
meraviglioso, un paradiso grandioso, dove tutti si vogliono bene,
l’enorme amore, l’amore assoluto, l’odio è un ricordo antico
mai sfiorato qui in questo luogo meraviglioso, chimica, chimica,
chimica, pupille dilatate, un tutt’uno, ormai il bianco non esiste
più, solo il nero delle pupille, il cuore batte forte, è per
l’amore, solo per l’immenso amore, musica, musica angelica, tanta
musica mai conosciuta, mai sentita, c’è musica meravigliosa,
paradisiaca, non ho mai ascoltato queste meravigliose note, note?
Cosa sono? Qui la musica non ha note… è musica, tanta musica, un
immersione nel colore e nella musica, chi può voler di peggio? Qui è
il massimo, il tutto è nel mio cervello, lo so, lo so bene, sono
seduto da qualche parte su un divanetto rosso, forse in discoteca,
forse no, ma la cosa non c’entra nulla, sono in paradiso e so che
domani non lo sarò più ma ciò non conta l’importante è
l’attimo, quest’attimo, questo singolo e unico momento, un
momento epico, non è da tutti andare e tornare dal paradiso, e se
muoio? Il paradiso diventa inferno, fiamme, dolori, demoni, ho paura,
molta paura, il cuore batte e sento le palpebre vibrare, c’è
qualcosa che non va, tutto non va, rivoglio il paradiso e ora sono
all’inferno, non è giusto, il cuore batte, batte forte, forte,
forte, mi devo calmare ma i diavoli mi vogliono aggredire, lo so,
vogliono uccidermi, perché? Perché sono cattivo? Aiuto, perché
nessuno mi aiuta, dove sono i miei aiuti, cazzo, aiuto, urlo, o forse
lo penso, poi tutto finisce… e mi ritrovo normalmente nella mia
stanza, c’è musica, non ricordo la canzone, il viaggio è finito…
venerdì 5 ottobre 2012
IV
GIORNO
La
mia ultima mattina a Roma!
Ho
il treno alle dieci (ovvero l’alba per Roma!) quindi dovevo svegliarmi presto
(ora che avevo preso l’abitudine di svegliarmi così quando cazzo capitava!) il
mio arrivederci a Roma è durato un po’, il tempo di una colazione a Termini
(dove ho visto come S. fa colazione al bar e fidatevi meravigliosi e raggianti
lettori è uno spettacolo da vedere!) e il comprare il giornale e dei fumetti
per il viaggio e tutto era finito… finito su un treno che proveniva da Napoli e
quindi potete solo immaginare i miei “compagni” di viaggio, le mie ferie erano
ufficialmente finite, le prossime? Non lo so, dopo questo quinto De Bello (che
considero a tutti gli effetti il migliore che io abbia mai scritto [forse
paragonabile al De Bello (che allora non si chiamava ancora così!) londinese
del mio viaggio col Bro (che considero a tutt’oggi uno dei viaggi migliori che
io abbia mai fatto (tralasciando Tokio, Dublino, Tenerife, Parigi e tutte le
altre città….) Ok, ho detto una cazzata ho amato tutti i miei De Belli ma
questo lo sento migliore e non so il perché!) del duemiladodici spero di
scriverne altri nel duemilatredici (Maya permettendo!)!
Pensavate
veramente che potevo concludere questo De Bello con poche righe? No! Come da
titolo voglio dirvi ancora un paio di cosine, quindi meravigliosi e sgargianti
lettori abbiate ancora un po’ di pazienza che tra un po’ finisce il tutto
(vedetela come gli errori dei film messi a hoc alla fine del film dopo i titoli
di coda!)!
Sono sempre stato un
ottimo osservatore e mi sono accorto di molte differenze tra Milano e Roma (non
le ho inserite nel De Bello per non appesantirlo [più di quel peso che è
già!]!), la prima enorme differenza è che a Roma tutti fanno lo scontrino,
anche i bibitari fuori dalla stazione, cosa che a Milano non fanno (e almeno
venti bar su ventuno non fa a Milano [alla faccia del nord che paga le
tasse!]!), a Roma un autista di un mezzo pubblico qualsiasi (e lo notato più volte
in questa mia vacanza!) vede che qualcuno sta correndo per prendere il mezzo lo
aspetta e lo fa entrare a Milano almeno che non si è donna e carina gli autisti
non ti cagano di pezza, a Roma regna la calma nonostante il caos imperante che
la città ha a Milano il traffico non è così caotico ma il nervosismo e la
fretta (forse sono uno dei pochi che al bar a fare colazione non ha fretta a
Milano!) regna sovrana, a Roma coloro che chiedono qualcosa non ti rompono le
palle, dicono la loro litania strappalacrime e se non li dai niente ti
ringraziano e se ne vanno a Milano ti rompono le palle anche per dieci, venti
minuti, a Roma esiste la cortesia a Milano no, ora mi spiego, a Roma il dire
grazie o il prego è di uso comune a Milano si dice no (a volte seguito da un
vaffanculo bingo bongo del cazzo!) e basta, si è dimenticata la cortesia anche
perché si va di fretta (ora però dovete spiegarmi perché un nonino0 a Milano
[ovviamente in pensione!] ha fretta, lo voglio capire, anche perché gira per
Milano nelle ore di punta, ma Dio Cristo, sei in pensione, goditela e non
rompere le palle!) e questa non è una bella cosa, a Roma la vita e più vivibile
(nonostante il caos e tutto il resto!) a Milano no, a Milano le ulcere si
sprecano a Roma no (e qui non fatemi parlare di Fioroni che ha già il suo
suicidio del sistema pronto per essere scritto!), ora per concludere mi pongo
una domanda… andrei a vivere a Roma? Di primo acchito direi di no (che
nonostante tutto amo Milano!) anche perché non riuscirei a lavorare “sereno” a
Roma (sono troppo sindacalizzato [S. tu che dici, lo sono?]!), ma a viverci
senza lavorare ci metterei la firma ma se non dovessi più avere bisogno di
lavorare farei la “bella vita” (o almeno come la vedo io non come un Corona o
un Mora qualsiasi!) e visto e considerato che a oggi è ardua che io possa
vivere di ciò che scrivo mi rassegno a vivere in un uggiosa e grigia Milano!
giovedì 4 ottobre 2012
III
GIORNO
L’ultimo
giorno intero a Roma e S. è libera di scorrazzarmi per tutto il
giorno per Roma, qui bisogna dire una cosa (e scusa S. se la scrivo
ma è la verità!), mai e poi mai far andare in bagno prima una
donna, ci sono enormi differenze tra uomo e donna, la donna in bagno
impiega dai tre ai quattro secoli per prepararsi (e Dio sia lodato
per questo anche perché vedere una fanciulla tutta in tiro è meglio
di vedere una tipa sgarrupata!) e la cosa va anche bene se non fosse
che ero in stanza da solo a leggere e a fumare (a un certo punto ho
quasi creduto che fosse scapata!), la mattina è passata così, con
me e S. (manco le cartoline sono così fighe!) ha fare colazione a
Termini (che amo alla follia ormai, la stazione s’intende!) ed è
proprio in questo frangente che ho potuto osservare il concetto di
colazione al bar di chi vive a Roma, a Milano il lasso di tempo che
intercorre tra l’ordinazione e il pagamento è di circa dieci,
undici minuti (a Milano si ha fretta, di cosa non si sa ma si ha
fretta!) a Roma il tempo è dilatato all’inverosimile in pratica è
stata la colazione più lunga della mia vita e ho preso un caffè e
un cornetto (brioche è un termine bandito dal mio vocabolario dopo
le mie ferie a Roma!)… ma è stata in questa mattina che ho potuto
vedere ciò che pensavo fosse una spacconata da attore (Brignano [che
io amo alla follia!] per l’esattezza!) e invece non era così…
sono stato a Dragona!
Ora
molti di voi si chiederanno il perché tutto questo entusiasmo per la
visita guidata di Dragona (che per chi non lo sapesse è una zona
periferica di Roma che si raggiunge con un viaggio quasi allucinante
su un trenino!) è presto detto, adoro Brignano e in un monologo
d’apertura di un suo spettacolo (“Sono Romano ma non è colpa
mia”!) parla della sua infanzia proprio a Dragona (parliamo degli
anni settanta ovviamente!) questo monologo mi ha subito colpito, il
perché non lo so (forse per il tono che usa quando dice :”A
Dragona? Tutto abusivo, anche la caserma dei carabinieri”!), però
fin da quando ho visto per la prima volta questo spettacolo ho voluto
vedere questa zona di Roma (a dire la verità ho quasi sempre pensato
che Dragona fosse un’invenzione teatrale usata da Brignano per
parlare della sua infanzia e invece non è così, esiste davvero!) e
lo fatto come ho visitato la casa di S. la quale mi ha fatto fare una
visita guidata di casa sua (compreso la via di fuga segreta se
dovesse mai scoppiare una guerra nucleare [e qui suo fratello mi ha
colpito dicendo :”Li fai fare il tour di casa? Perché?”!]!),
finito il tour la cara S. ha cucinato (è da sposare questa
fanciulla!) principalmente per me (purtroppo la cara S. si è fidata
delle mie dose [cosa risaputa dai più che io le dosi della pasta
siamo acerrimi nemici!]!)… ho mangiato tipo quasi un chilo di pasta
e mi andava bene così, anche perché dopo tre ore avevo ancora fame
(una cosa stranissima che mi capita in vacanza è la fame vorace che
mi colpisce fin da subito, calcolando che a Milano non è che mangio
così tanto ma in vacanza [ovunque sono, calcolate che mi sono
scofanato di cibo a Dublino che è risaputo che loro non sanno
cucinare nulla a parte la carne e le patate!] divento un mangione
della più brutta specie!)!
Mi
sono accorto che questo De Bello (nelle sue quasi quattordici pagine
[cosa rara visto e considerato che ho scritto solo di due giorni e
mezzo!]!) può essere frainteso, o meglio può essere letto sotto una
chiave che non è quella reale, ok, ho dormito con S. e sono andato a
casa sua (i maliziosi penseranno che mi sto censurando, ma visto e
considerato che sono un povero idiota per quanto riguarda il rapporto
con le altre persone [di sesso femminile di più!] posso giurarvi che
sto scrivendo tutto per filo e per segno!) ma tutto questo è stato
in amicizia (un po’ come se il Bro cambiasse casa e andasse via da
Milano e mi fa vedere la sua nuova [potenziale e teorica!] nuova
città, bhé ovviamente non ci dormirei insieme [nonostante il bene
infinito che li voglio!], però il concetto di base è uguale!), S. è
stata una meravigliosa “Virgilio” nel condurmi a vedere Roma
tutto qua ne più ne meno…. Il perché ho scritto queste righe lo
ignoro ma visto e considerato che le volevo scrivere lo fatto!
Il
pomeriggio siamo rientrati nel centro di Roma (una cosa che mi sono
chiesto è il perimetro reale di Roma… perché, ok Milano è grande
[certe zone della mia città non saprei come raggiungerle!] ma Roma
sembra non finire mai, è un tutto Roma, non saprei come spiegarlo
bene, però Roma [per chi la gira un po’!] da l’impressione di
non avere confini, è tutto Roma, a differenza di Milano che si nota
il netto distacco con Sesto San Giovanni nonostante sia attaccato a
Milano o a Monza o la Brianza!) e qui con un euro e cinquanta
(rispetto ai sette o dieci!) ho visitato tutte (o quasi!) le mete
turistiche di Roma (e qui il genio, l’autista dell’autobus
arrivato al capolinea, alla domanda di una vecchietta [che mi ha
sfranagliato i coglioni perché fumavo troppo vicino alle porte!]
“Quando riparte?” ha risposto in modo calmo e rilassato :”Mi
mangio na fetta di pizza e ripartiamo!” dopo questa risposta non
posso non chinarmi dinnanzi al grandioso autista!) ebbene si, le ho
viste tutte, tutti gli archi, tutti i balconi (vi ricorda nulla la
frase :”Combattenti di terra, di mare e dell’aria!”?), tutte le
piazze e tutti o quasi i monumenti da “cartolina” che hanno reso
Roma una meta ambita di tutti coloro che vogliono visitare l’Italia
(a Milano si viene solo per spendere soldi nei [fin troppi!] negozi
di moda, a Firenze si va perché bisogna andarci [e sfido chiunque a
dire che Firenze non è una delle città più meravigliose del mondo
e che almeno una volta nella vita va visitata magari con una persona
che vive lì e qui non faccio nomi ma se leggerà questo De Bello so
di certo che saprà che sto parlando di lei!] e a Roma è una tappa
OBLIGATORIA se si vuole vedere la culla dell’Europa [la Grecia
ormai è allo sfascio nonostante io ami quella nazione ma
obbiettivamente la Grecia è più araba che europea ormai…!]!), il
viaggio è durato molto (vi ricordate la teoria del tempo romano
vero?) ma visto il prezzo e ciò che ho potuto vedere ne è valsa la
pena (a proposito la Farnesina è un palazzo alquanto triste….!) e
arriviamo alla sera!
Sono
stato a Roma molteplici volte ma ahimè non ho mai mangiato la pizza
al taglio (si dice così? Non lo so!) e per cena di questo terzo
giorno romano lo mangiata, prima però siamo andati a casa della
sorella di C. (ho già detto che ho conosciuto più persone in questi
tre giorni romani che in tutta la mia vita? No! Bhé ecco lo appena
fatto!) ovvero G. (e qui la teoria che il D.N.A. non mente mi sono
accorto che anche lei è una creativa con sotto due palle quadrate
che la metà basta [un piccolo esempio per farvi capire, ha creato
dal nulla una specie di carta da parati con le pagine di svariati
Dylan Dog (che adornano alcune stanze di Radio Kaos Italy!)!]!),
siamo andati lì perché s. doveva farsi mettere a posto il computer
portatile, la serata è finita e anche questo mio ultimo giorno
romano, il tutto si è concluso con me che tenevo una lezione sul
mondo del lavoro riguardante M. (di cui ho scritto già nel secondo
giorno!) la cosa (o almeno credo!) ha lasciato S. a bocca aperta,
anche perché per la seconda volta in due giorni ho dimostrato che
oltre al cazzaro che dice stronzate (e lo sono eccome se lo sono!),
riesco anche a essere una persona altamente seria (sono sempre
bipolare per Dio!), di questo ne sono altamente felice anche perché
(e non so di preciso il perché!) con S. (come per altre meravigliose
persone [H. in testa, ma poi R. e A.!]!) voglio far trapelare il mio
vero io e non la solita maschera che indosso da troppo tempo!
mercoledì 3 ottobre 2012
lunedì 1 ottobre 2012
-De
Bello Romano [Non so con precisione quale De Bello Romano sia, sono
stato a Roma molteplici volte e so quasi sicuramente che ho scritto
almeno un De Bello dedicato alla città per eccellenza, l’ultima
mia visita è stata per una mostra di Caravaggio ma è stata una
toccata e fuga, la penultima è stata per un concerto dei Nine Inch
Nails per il loro tour che chiudeva la loro esperienza live e la
volta prima è stata con il Bro da cui è nato un De Bello, le volte
prima più che di De Belli si parla di pensieri disconnessi, e quindi
per l’appunto di pensieri quindi non degni di nota, comunque se
volete farvi una ricerca su quanti De Belli ho scritto per e su Roma
liberissimi di farlo, ho una montagna di carta da visionare, quindi
in bocca al lupo!]-
(Ovvero
ecco le svariate differenze tra Milano e Roma, senza essere scontati
o quant’altro visto che Milano non ne uscirà molto bene o almeno
ho notato delle differenze a dir poco abissali, in tutto o quasi!)
A
Serena “La migliore sotto tutti i punti di vista”
E
a
Christopher
Hitchens “Colui da cui copiavo senza saperlo”
I
GIORNO
La
primissima cosa che salta all’occhio a colui o colei che scende da
un treno dalla stazione di Termini di Roma è il Caos, un Caos
assoluto, le persone sono troppe e sembra quasi che nessuno sa bene
dove andare (a Milano c’è Caos ma i svariati passeggeri fanno di
tutto per impedire ad altri passeggeri di prendere il treno che
devono prendere!), appena si riesce ad uscire dalla bolgia dei
passeggeri che escono dai svariati treni si viene catapultati in una
vetrina quasi assoluta per lo shopping, ci sono vetrine e colori
praticamente ovunque (a Milano ti costringono quasi a comprare [a
meno che tu non sai il trucchetto che sta nel correre subito fuori se
no le vetrine come delle moderne sirene ti accalappiano e si finisce
a comprare una gondola veneziana [e si è a Milano, avete presente
quelle orribili gondole di plastica che tutti i tedeschi comprano
poiché pensano che l’Italia sia una sotto specie di regione sotto
sviluppata? Ecco le vendono a stazione centrale di Milano!] o altre
cazzate del tutto inutili che costano una fortuna per la serie Milano
è a nord e non fregano i turisti e questa è solo una delle tante
cose di ciò che è diventata Milano!), ma basta essere vaccinati
dallo shopping stronzo e si può soprassedere ai svariati colori e
vetrine (infatti, stranamente questo è stato uno dei pochi viaggi in
cui ho speso realmente poco e la cosa è realmente strana
conoscendomi e conoscendo le mie proverbiali mani bucate!), io lo
fatto e sono uscito dalla stazione; un colpo apoplettico, il traffico
romano, che non è un traffico normale, ma manco per il cazzo, è
caotico ma calmo, un caos quasi controllato (poi ho imparato come
vivere il traffico romano!), talmente controllato che ho rischiato di
finire sotto a una macchina che superava a destra e che credo che
l’autista mi abbia cordialmente mandato a dare via il culo, questo
è successo nell’arco di un paio di minuti!
Appena
uscito dalla stazione mi sono imbattuto in una prosperosa fanciulla
che asseriva d’essere una ragazza madre, che mi chiedeva
cortesemente qualche spicciolo per la sua causa, non ne avevo o
meglio non volevo dare spicci a nessuno, e qui la stranezza che mi ha
colpito, a Milano se dici no a qualcuno quest’ultimo ti rompe i
coglioni fino a quando non ottiene ciò che vuole, qui a Roma non è
così, gli ho detto che non avevo spiccioli e lei (la presunta
ragazza madre!) mi ha ringraziato, ovviamente dopo mi sono sentito in
colpa per non averli dato nulla ma la mia colpa è stata sopraffatta
da un tipo dello Sri Lanka che ha chiesto il mio presunto valoroso
aiuto per chiamare a casa, il problema di base era che questo tipo
aveva comprato quelle tessere intercontinentali che servono agli
extracomunitari per chiamare a casa, la cosa sta che bisogna grattare
un bordino argentato con un codice, appeno lo si è fatto bisogna
chiamare un centralino dicendo il codice, con quest’ultimo si può
chiamare dove si vuole, il problema di base con questo tipo è che
non sapeva alzare la cornetta, in parole povere ho dovuto compilarli
il numero del centralino e lasciarlo lì al suo destino, se sia
riuscito a chiamare a casa o no non lo so e sinceramente non è uno
dei mie pensieri, dovevo mangiare in primis e in secondis aspettare
S. che doveva venire a prelevarmi dalla stazione portarmi al B&B
di C. !
Sono
a Roma e quindi come primo pranzo (in teoria!) dovevo cercare di
mangiare romano (un po’ come andare in toscana [che è perennemente
nel mio cuore!] e non mangiare la fiorentina [che in teoria in
Toscana la chiamano la bistecca e concordo con questo termine anche
perché sono fortemente convinto che una bistecca da un paio di
grammi non è una bistecca ma dal chilo in su!], sarebbe una
bestemmia!) e invece ricordando il concerto dei NIN ho mangiato al Mc
Donald davanti alla stazione (e qui dovrei raccontare una storia
delirante del mio viaggio di ritorno dal concerto, in poche parole il
bus che doveva portarmi a stazione è arrivato in ritardo e di
conseguenza ho perso l’ultimo treno e quindi per passare il tempo
sono andato dal MC davanti alla stazione che quella sera era pieno di
spettatori del concerto e che purtroppo ha chiuso prima facendo sì
che io “dormissi” per la prima volta in stazione!) il delirio sta
che mi sono fatto superare nella fila da duemila cingalesi (i quali
prendevano solo un cono gelato [ma porcaccia la miseria perché
comprare un gelato al MC?] e ci mettevano un secolo per decidere!) ma
ero in vacanza e quindi la calma mi pervadeva, quindi non mi sono
irritato più di tanto, se succedeva a Milano sono sicuro che mi
sarei incazzato come una iena!
Prendo
il mio pranzo, e lo mangio a fatica anche perché (e nonostante tutto
non so darmi una spiegazione logica nonostante io sia altamente
logico!) ero nervoso, di rivedere S.? Non credo, o almeno in parte
sì, anche perché lo vista talmente poco che avevo quasi paura
(anche se il termine è esagerato!) che non mi riconoscesse (caso mai
avrei dormito [come ho già fatto dopo il concerto dei NIN!] fuori
dalla stazione!) così non è stato ma questo è successo dopo, prima
arriva l’attesa dal mio arrivo a Roma all’apparizione di S. (un
oretta circa!), dopo mangiato ho deciso di farmi un giretto intorno
alla stazione o meglio alla zona della stazione (una delle zone più
multietniche in Italia [anche perché me lo ha detto dopo S. ma a
dire il vero me ne ero accorto anche io!]!), tralasciando per un
secondo la seconda macchina che ha tentato di stirarmi (una panda
bianca tra le altre cose, e crepare sotto una panda è alquanto
disarmante per me, almeno se vuoi stirarmi fallo con stile, che so
con una Porche o una Ferrari!) devo parlarvi di uno dei tanti
personaggi che ho avuto la “fortuna” di incontrare, so che molti
di voi meravigliosi lettori non crederete a ciò che leggerete e
fidatevi ci credo a stento anche io se non fosse che lo visto con i
miei occhi, in mezzo a una strada (che manco a farlo apposta era
estremamente trafficata [e qui la domanda sorge spontanea, esiste una
strada a Roma non trafficata?]!) un tipo sovrappeso si è messo a
palleggiare con la testa, indossava una maglietta del Brasile, dei
calzoncini azzurri e delle calze che gli arrivavano al ginocchio,
vestito così come se nulla fosse si è messo a palleggiare, il
perché è chiaro (chiedevo l’obolo sacrosanto per la sua
dimostrazione [ho visto molti tedeschi, si lo erano anche perché
erano vestiti da tedeschi, fare fotografie e sghignazzare della
performance, ora vorrei ricordare a quei mangia crauti , che aimè ci
governano, che quando NOI avevamo le terme, le fognature e i palazzi
loro si scaldavano le bistecche sulle palle, giusto per dirne una!]!)
ma la cosa in sé e di per sé mi ha lasciato basito anche perché è
apparso dal nulla e ha incominciato a palleggiare rischiando di
finire sotto a una macchina.
Ho
girovagato per un paio di minuti non di più poi mi sono ridiretto
alla stazione e qui l’ennesimo delirio, uno dei tanti è stato un
barbone (non so come si scrive nel political correct [come se
m’importasse qualcosa del political correct!], quindi lo scriverò
in italiano, che tra le altre cose ha due milioni di sfumature
letterali per descrivere una singola cosa, giusto per ricordarlo hai
tedeschi scalda bistecche sulle palle!) che vedendomi fumare mi ha
chiesto una sigaretta, era l’ultima del pacchetto e lui non ha
insistito (cosa che mi è capitato di notare è che a Roma nessuno
insiste [oggi ventidue settembre, a fare l’aperitivo un filippino
mi si è incollato per dieci minuti per vendermi delle rose, di cui
sono allergico tra le altre cose, cosa che a Roma non succede!], poi
ho scoperto il perché ma per questo c’è tempo e inchiostro!), in
compenso ha ravanato nel posacenere fuori dalla stazione per trovare
un mozzicone (probabilmente il mio!) di sigaretta con un po’ di
tabacco, ciò che ha cercato dopo non lo dico anche perché
sembrerebbe che invece che a Roma sono finito in un paese del terzo
mondo (cosa che Roma non è ma anzi è superiore a moltissime città
italiane e internazionali!), a parte il barbone c’è stato un
napoletano (lo era anche perché ho riconosciuto l’accento visto e
considerato che vivo da anni vicino a una famiglia napoletana [che
porca troia ascolta quella merdossisima musica napoletana che
prosciuga le palle!] quindi riconosco il dialetto!) che ha cercato di
vendermi delle calze e dei spiritini (cosa siano quest’ultimi non
lo so e cercherò di non saperlo mai!), ovviamente essendo di Milano
non gli ho dato nulla e non ho comprato niente in compenso mi ha
scroccato una sigaretta (il pacchetto quasi nuovo di sigarette lo
quasi finito fuori dalla stazione, credo di aver dato una decina di
sigarette a tutti gli indigenti che sopravvivono fuori dalla stazione
di Milano prima [un cinque o sei, tra cui la solita falsa madre a cui
hanno rubato il portafogli e che non sa dove va un treno e che mi
chiede immancabilmente un euro per prendere il biglietto, che poi con
un euro non prendi manco la metropolitana ma tant’è!] e a Roma
poi!) la cosa che mi ha dato fastidio è che mi ha toccato (odio
profondamente il contatto fisico non voluto, o meglio, se la mia
ragazza o la mia partner che dir si voglia, mi va più che bene ma se
è uno sconosciuto la cosa mi fa incazzare molto ma molto!) per
salutarmi, dopo il napoletano arriva una chiamata, o meglio un SMS
(che tra le altre cose lo ancora memorizzato nel cellulare ma che non
riporterò qui su questo ennesimo De Bello!), che mi comunica che S.
è riuscita ad uscire prima, quindi arriverà prima, una quasi
benedizione anche perché dopo gli svariati personaggi che ho
incontrato in pochi minuti avevo il timore di chi potevo incontrare,
non ho incontrato nessun’altro nella breve attesa (a parte un trans
brasiliano che parlava in romanesco che mi ha chiesto indicazioni per
una via che io ovviamente non sapevo!), ed eccola apparire vestita
come un Man In Black S., era successo qualcosa (che ovviamente so e
che ovviamente non scriverò anche perché primo non sono cazzi
vostri e secondo se una persona a me cara [molto cara ribadirei!] mi
dice qualcosa questa qualcosa me la tengo per me e solo per me, se
vorrà ne parlerà lei e non io di sicuro [si tranquilla, si sto
parlando proprio a te principessina, ciò che ci siamo detti rimarrà
tra me e te anche il fatto del V.I.P., non potrei mai essere così
stronzo, si ti sto facendo lo smiles che sorride con l’occhiolino!]!)
che poi ho saputo, ma l’incontro è stato alquanto inteso
(paragonabile alla prima volta che ho visto la mia meravigliosa
sorelluccia!), non eccessivamente intenso ma il giusto valore
d’intensità, ovviamente vederla vestita così mi ha fatto ridere
(e me ne scuso ma S. lo sempre vista vestita in un certo modo e
vederla vestita così era come se il Papa [lo messo di maiuscolo non
per rispetto ma perché se non lo scrivo così word me lo corregge!]
bestemmiasse nell’angelus!) e me ne scuso intensamente e
(piogamente ovvero una desinenza del verbo PIO!) con S. per la mia
risata mentale!
Arrivati
a questo punto (s)focale di questa narrazione di ciò che ho fatto e
non ho fatto a Roma mi sembra a dir poco giusto (anche per voi
meravigliosi lettori!) parlarvi del mio rapporto con S., ok (molti,
anzi troppi, pensano chi sa che e sbagliano alla grande!), con questa
mia visita a Roma è la terza volta che vedevo realmente S., ovvio,
ci siamo sentiti per altre vie, tra cui skype e facebook, la prima
volta è stata nel congresso toscano sul essere bipolare (amo
chiamarlo così mentalmente!), chi avrà letto quel De Bello si sarà
accorto che non appare o quasi, lì lo conosciuta effettivamente, la
seconda volta è stata per il NPC appena passato (narrato [adoro
questa parola, potrei usarla in qualsiasi frangente!] nel De Bello
nel Delirio dove ne parlo molto di più anche se mai
approfonditamente!) ovvero a fine giugno del duemiladodici, forse
sbaglierò (anzi ne sono sicuro!) ma al NPC la nostra amicizia
(nonostante la distanza quasi siderale!) si è cementata ovvero, se
prima mi poteva vedere come un povero pirla milanese buono solo a
fare battute cretine (di cui ne sono maestro [e qui il Bro, si ci
entri pure te il questo De Bello ormai sei una presenza fissa!] e me
ne vanto con i pochi amici che ho!) dopo il NPC mi ha visto (e qui
posso sbagliare anche se ne dubito!) per ciò che sono, la cosa non è
facile (ed è stata l’unica nell’universo [e qui non sto
scherzando ma sono serio come non mai!] a tracciare un profilo
psicologico reale su di me [a proposito principessina ti ho mai
ringraziato per ciò che mi hai detto? No?, ok lo faccio ora,
GRAZIE!] la cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stato che mi ha
capito realmente senza quasi conoscermi!) ma lei ci è riuscita, ok
chiudo questa parentesi d’elogi quasi fuori luogo (ma poi a voi che
ve ne fotte… sto scrivendo io mica voi e fino a prova contraria
scrivo quello che voglio!) ma dovuti, tornando a bomba, vedo S. fuori
dal MC vestita da Man In Black che mi sta parlando al cellulare (i
miei timori sul fatto che non mi avesse riconosciuti si sono dissolti
quando ha alzato la mano e mi ha mandato allegramente a fare in
culo!).
Prendiamo
un tram e qui vengo a conoscenza del concetto di distanza che vige a
Roma, ovvero, se per un romano la cosa è a vicina vuol dire che ci
sono da percorrere tipo quaranta chilometri (ed è normale visto che
Roma è tanta ed è enorme in tutti i sensi!), percorriamo la strada
(che non finiva mai!) e arriviamo al Bed and Breakfast gestito da C.
(che da oggi ventidue settembre duemiladodici è mia amica su
facebook!), sono tipo le due, o tre, l’orario è alquanto
irrilevante, arriviamo e la prima cosa che noto è Tank Girl (fumetto
che ho amato e adorato nella mia ormai lontana infanzia!) su una
porta (che poi scoprirò essere la stanza di C.!) sembrerà una cosa
banale e di poco conto ma essendo un creativo (non chiamatemi
scrittore o artista se no m’incazzo [e scriverò una cosa su questa
cosa!]!) i particolari mi colpiscono, C. è amica di S. una cosa
inutile da scrivere lo so, ma chi sa perché la volevo scrivere,
comunque, ora a Roma ho una base, ovvero, un luogo dove arrivare, un
punto di riferimento che ho scoperto facile da raggiungere (ci
arrivano due tram e quindi è praticamente impossibile sbagliarsi!),
dovrei parlare dello studio di C. (che adoro alla follia!) ma ci
vorrebbero pagine e pagine per descriverlo tutto, sappiate solo che è
lo studio che io agogno da anni, ok, ne parlerò, ma dopo, ora
fissiamoci sul nostro arrivo ok?
Arriviamo
a casa di C. (con il non sapere se abitava al terzo o al sesto piano,
poi viveva affettivamente al sesto piano!), ci mostra la stanza con
specchi a dir poco inquietanti, o meglio posizionati in modo a prima
vista inusuali, ma se ci si pensa bene sono posizionati in modo
geniale (ci sono foto che possono affermare la mia teoria!)… ed è
stato in questo momento che per la prima volta nei mei trentadue anni
di vita su questo pianeta che mi sono sentito un verginello, ho visto
che lavoro fa C.!
Parliamo
di C.?
Parliamone,
è una creativa a trecentosessantaquattro gradi o meglio è ciò che
io considero tale, mi sono sentito un verginello entrando nel suo
studio, mi sono sentito tale perché lei riesce a montare video e
musica (so che per molti di voi sarà una cazzata ma per me è una
cosa a dir poco grandiosa la magia di vedere frammenti colorati che
diventano un qualcosa di solido [tipo i lego e forse è anche per
questo che amo i lego!] ovvero un video!) cosa per me che ha del
fantascientifico, cosa che per S. è una parassi tra le altre cose,
ho promesso poc’anzi di parlarvi del suo studio e ora lo farò,
cercherò di essere il meno possibile lecchino e adulatore, lo giuro,
ma a parte tutto adoro il suo studio (spero che C. non se la prenda
se chiamo il suo studio con questo nome!), lo adoro perché è pieno,
alle pareti ha poster (che non posso catalogare mentalmente perché
sono troppi, ma troppi davvero!) ovunque, ha dei Dylan Dog, ha
oggetti strani posati sul pavimento, ha tre schermi per il P.C. (di
cui ho saputo poi il perché ma la cosa è lunga da spiegare, diciamo
che per chi monta dei video ha bisogno di una visione “reale” di
ciò che sta montando e quindi ha bisogno di uno schermo per lavorare
e uno per vedere cosa ha effettivamente fatto a schermo pieno!) e ha
smiles appiccicati su una specie di lavagna delle medie (quelle
bianche dove ci si scriveva solo e unicamente con i pennarelli che si
potevano cancellare
!), il resto è da vedere non si può descrivere…. È tanta ma tanta roba (per i pochi fortunati che hanno visto casa mia posso dire che al suo confronto casa mia è vuota e minimalistica!).
!), il resto è da vedere non si può descrivere…. È tanta ma tanta roba (per i pochi fortunati che hanno visto casa mia posso dire che al suo confronto casa mia è vuota e minimalistica!).
S.
mi ha presentato a C. come un nerd (e effettivamente lo sono al mille
per cento!) e come uno scrittore (cosa che non sono, o meglio scrivo
ma ciò non fa di me uno scrittore!), abbiamo preso un caffè (e
stranamente [Che M., ovvero il ragazzo di C. non me ne voglia!] C. mi
fa una tenerezza da morire e non so il perché, lo fa e basta, forse
per la voce, non so comunque!), S. ha risposto a un milione di
telefonate per poi essere al mille per cento per me (cazzo
principessina sei stata grandiosa nonostante tutto, mi hai fatto da
Virgilio perfettamente ma ricambierò quando verrai a Milano [a parte
giocare con i miei lego star wars ovviamente!]!), arriva il
pomeriggio, cosa ho fatto nel pomeriggio?
Semplicemente
ho parlato, o meglio ho parlato con S., ho sparato cazzate a
profusione (forse troppe o forse no, ma solo il tempo potrà dirlo!)
e ho dato il mio regalo a S., una cosa preziosa? No, una cosa di
valore? Assolutamente no, semplicemente (dopo ore e ore a parlare su
skype!) gli ho regalato un AT AT della lego (se non sapete cos’è
non avete mai visto Star Wars quindi meravigliosi lettori ora andate
a vedervi la trilogia classica e poi tornate… fatto? Bene!) del
calendario dell’avvento della lego star wars…. Si, insomma un
regalino a cazzo!
Il
pomeriggio è passato così con me e S. distesi su un letto a parlare
(per la maggior parte di cazzate assolute [anche perché aveva
bisogno dello Jonas buffone che la fa ridere e su questo sono un
fottutissimo rettore di una fottutissima università!]!) e ad
aspettare l’orario per l’aperitivo e quell’ora è arrivata!
Di
solito l’aperitivo a Milano si fa dalle sei alle otto di sera,
anche perché poi c’è d’andare al ristorante e poi in discoteca
questo succede a Milano, a Roma no, a Roma è il perfetto contrario
(so che è un ossimoro ma è così!), tralasciando per un secondo che
l’Happy Hour nel resto dell’Italia è arrivato dopo rispetto a
Milano (già a inizio, metà, anni novanta a Milano era una realtà
concreta e che nel resto d’Italia lo chiamano apericena…!) ma
l’aperitivo a Roma dura almeno due ore di più, che non è un male
sotto molti punti di vista, ma ora sto perdendo la linea generale di
questo De Bello, ok, ci sono, dopo un viaggio a piedi a dir poco
biblico arriviamo in un locale (frizioni e marcie o qualcosa di
simile, di solito non noto mai il nome dei locali se ci vado una
volta sola, ovviamente mi ricordo benissimo tutti i locali che ho
frequentato in passato a Milano ma a Roma l’aperitivo non lo avevo
mai fatto [ebbene si principessina mi hai sverginato sotto questo
punto di vista!]!) e ci facciamo l’aperitivo (ok, era a Trastevere,
uno dei luoghi nel mondo che una persona dovrebbe vedere almeno una
volta prima di morire, io lo visto più volte e quindi se dovessi
morire domani sarei altamente felice!) uno Spritz con il Bitter (so
che a Roma non lo chiamano così ma ahimè è il suo nome!) a testa,
bisogna dire che S. non regge benissimo l’alcol (e so che voi
maliziosi lettori penserete che ne ho approfittato… e invece no,
ero, sono e sarò sempre un gentleman!) e il proseguo della serata si
è snodato nella zona dei universitari di sinistra dove dietro a un
chiosco ho pisciato per un bel po’, quando dico per un po’
intendo che la mia pisciata (la prima a Roma!) è durata un’eternità
e non sto scherzando, era presto e quindi abbiamo fatto un bis, S.
con un prosecco (l’unico vino [se vino si può chiamare!] che
beve!) ed io con ciò che avevo preso prima, giusto per non
abbandonare le buone maniere, ma qualcosa è successo su quel
tavolino fuori mentre bevevamo…. No, non abbiamo limonato duro e
non ho fatto nulla di “sconveniente”, è successo semplicemente
che davanti a noi c’era una coppia che si amava, o meglio lei amava
il suo uomo ma il suo uomo voleva entrarli semplicemente nelle
mutandine… da questa scena è nato un mio monologo recitato a S.
durante il tragitto che ci portava a casa, o base che dir si voglia,
di cosa ho parlato? Siete alquanto curiosi indelebili lettori e visto
che per questo De Bello ho deciso di scrivere tutto… ecco il
monologo!
In
parole povere ho spiegato a S. come la penso sull’amore che prova
una donna rispetto ad un uomo, asserisco (e ne sono ancora fortemente
convinto!) che un donna ama di più di un uomo, questa mia teoria è
facilmente visibile, pensate per un secondo quante donne nonostante
tutto amino il proprio compagno, pensate a quante donne che vengono
picchiate a sangue dal proprio compagno e nonostante questo rimangono
accanto ai loro aguzzini, qui la mia teoria, l’uomo può amare una
donna e magari l’ama alla follia ma solo per un periodo breve di
tempo rispetto la donna, la donna ama e amerà sempre la persona a
cui ha voluto donare il cuore (e qui avrei esempi su esempi su fatti
reali di cui non ne parlerò qua, magari in un futuro [ma ne
dubito!]!), S. può essere un esempio? Direi di no anche perché lei
ha sotto quattro coglioni (non due!) quadrati, è una donna che sa di
certo cosa vuole e cosa non vuole e ciò che vuole l’ottiene
comunque ( guarda caso è ciò che faccio io e guarda caso è una
delle poche persone nell’universo che mi hanno capito realmente per
ciò che sono realmente e non per le svariate maschere che indosso
con il mondo!), ma il vederla triste dopo la visione della coppietta
e dei loro sguardi mi ha lasciato l’amaro in bocca, mi ha fatto
sentire impotente (una sensazione che non provo mai!), se avessi
potuto avrei fatto qualsiasi cosa e anche di più per far sì che non
avesse quello sguardo e quella faccia triste…non so se ci sono
riuscito, credo di no comunque, sono bravo a tirar su di morale (e su
questo nessuno può dire l’inverso [basta dire che la barzelletta
del caffè fa ancora ridere!]!) e magari quando siamo andati a letto
sono riuscito per un micro secondo a renderli il sonno piacevole (ed
ecco no, non ho fatto nulla con S. se si esclude un bacino sulla
fronte, ma se questo viene considerato sesso allora deduco che Gesù
cristo abbia fatto più sesso di me!), come si conclude questo primo
giorno di questo ennesimo De Bello?
Ciò
che è successo lo scoperto la mattina seguente visto che ho rubato
abilmente le copertine che in teoria ci dovevano coprire, si, ebbene
si, ho fatto dormire all’addiaccio S. visto che mi sono rotolato
dentro la copertina… ho già scritto che il letto era talmente duro
che la metà bastava? No? Bene lo dico ora che dopo giorni ho ancora
mal di schiena e costole che fanno i cazzi loro, dovuti anche da una
“sciura” di colore che voleva passare a tutti i costi, i costi
sono state le mie costole andate a troie ma questo è successo nel
secondo giorno, quindi chiudo qui il primo giorno di questo De Bello
romano….
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