-Hirsli halda
arxaya baxma-
Tutto è incominciato un giorno preciso
di un giorno preciso di un mese preciso di un anno preciso!
Il momento preciso dove tutto è andato
in malora!
Un divorzio feroce!
La morte di mia sorella!
È morto anche il mio pesce rosso!
Vivere con mia madre, ero piccola,
molto, non potevo capire, non ci riuscivo, mia madre… una troia!
Mia madre piange, per cosa?
PER COSA?
PER COSA?
Urlo bestemmie in bagno mentre mi
trucco, lei urla, io urlo, lei mi accusa di non aver vissuto la sua vita e io
l’accuso di avermi imprigionata in un egoismo per prendersi mio padre, chiunque
sia, lei piange io no, io esco!
Si è suicidata con un mix di barbiturici
e vodka, ed è per questo che la odio, la vodka, non mia madre!
Torno a casa, lei morta e sono sola, non
ho nessuno!
Cosa fare?
Uscire!
SEI ANNI DOPO
Il sangue raggrumato sul braccio, la
dose che non da più felicità, non da più niente, crollo, vomito roba verde e
incorporea, mi rialzo, la testa è pesante, non so dove cazzo sono, pensare è
difficile, crollo, mi rialzo, ho dei vestiti sporchi addosso, non so il perché,
puzzo come una latrina intasata di merda di elefante, puzzo ma non sento, mi
gratto le croste, si aprono come dei fiori in primavera e spargono sangue!
SETTE ANNI DOPO
I cani abbaino, abbaino forte, non mi
lavo da mesi ma non voglio andare alla Caritas o in quelle associazioni tanto
buone e brave, la mia canotta è lercia da fare schifo, non m’interessa, sono
pulita o così dicono, i cani abbaino, vogliono
uscire, ma sono liberi, come lo ero io, libera da qualsiasi cosa!
Libera di scegliere ogni singola cosa
della mia vita, ogni singola cosa, cazzo!
OTTO ANNI DOPO
Le luci!
L’intermittenza delle luci!
Il movimento!
Le luci!
Le luci!
Abbagliano quanto basta!
Abbagliano però!
Un tuono mescolato ad un fulmine!
Si ritorna a respirare e a vivere!
Luci!
NOVE ANNI DOPO
La sporcizia ormai fa parte di me e
pensare che una volta ero una principessa, bella e profumata e ora con questi
due pidocchiosi cani sono qui!
Non so neanche cosa dico, farfuglio
qualcosa sulla povertà, sul mio malessere, m’invento di avere un miliardo di
figli, che sono malata (e forse lo sono!), che ho tutto, allungo il mio braccio
rachitico con la mano aperta, nessuno mi da nulla a parte un ragazzo con le
cuffie e un sacco di sacchetti, sta leggendo, mi lascia sulla mano una banconota,
mi guarda per un secondo negli occhi, mi sorride, ma non per scerno, mi sorride
e basta, probabilmente è felice e vuole trasmettermi la sua felicità, forse no,
forse si!
DIECI ANNI DOPO
Sono passati dieci anni, ora intaglio,
intaglio il legno, è un lavoro faticoso ma da soddisfazioni che manco a
raccontarle si possono spiegare, la mente si tiene occupata, ora mi faccio due
docce al giorno, i capelli da grigio topo marcio sono ritornati al loro colore
originale, biondo, sto mettendo peso visto che ero sottopeso di venti chili,
ora sono in forma e intaglio praticamente tutto il giorno, non so cosa sia
successo un anno fa, ma da quando quel tipo mi ha dato la banconota ho deciso
di riprendermi la mia vita, sono uscita da ogni giro del cazzo, i miei due cani
sono morti per malnutrizione, non mangiavo neanche io, sono una persona nuova,
migliore, ma ho ancora tanto da fare, non tanto per rientrare nella società ma
per rientrare in me stessa, in ciò che ero e che avevo perduto e che ora
rivoglio con le unghie e i denti, voglio ritornare ad essere me stessa, non al
cento ma al mille per cento, ed ora a malapena ricordo il perché ho cominciato!
UNDICI ANNI DOPO
C’è un cavalcavia, molto affollato,
macchine su macchine lo percorrono tutto il giorno, è un cavalcavia molto
trafficato sulla strada, sotto non si sa cosa succede ne ciò che può accadere, immersa
in una pozzanghera di vari liquami c’è una ragazza di quasi trent’anni, è
riversa nella pozzanghera, è in questa posizione da quindici giorni, il corpo
si sta gonfiando e marcendo, nel braccio destro ha ancora una siringa
impiantata in una vena, la faccia è livida e gonfia, il suo corpo ha già espulso
ogni singola cosa organica del suo corpo, è riversa, sul viso non ha trucco ma
ha una sotto specie di sorriso incollato sul viso, gli occhi sono bianchi,
forse un cane o un topo gli ha mangiato l’orecchio sinistro, non c’è sangue ne
altro, solo una bambola gonfia riversa in una pozzanghera, verrà ritrovata dopo
un mese dalla sua morte soprattutto per l’odore, nessuna indagine, la solita
tossica che esagera e muore, nessun fascicolo si è aperto, nessuno ha fatto
indagini, la scientifica a dedotto l’ora della morte, per overdose, caso
chiuso, nessuno reclamerà il corpo, nessuno vuole riconoscerlo, pratica chiusa,
il corpo viene cremato e le ceneri vengono lasciate ad impolverare in qualche
magazzino!
Ogni anno, un ragazzo lascia una rosa
nel punto preciso in cui è morta, ogni anno, puntuale come la morte o le tasse,
una rossa appare e nessuno la toglie finché non marcisce e muore…