-La
mia sul primo numero di Morgan Lost-
Avviso
a tutti i vari lettori di ciò che sto per scrivere: questa non è
UNA RECENSIONE perché non sono un giornalista ne altro, sono
semplicemente i miei pensieri sul primo numero del nuovo nato in casa
Bonelli!
Sono
sempre scettico e malfidente sulle nuove testate della Bonelli, lo
devo ammettere, a parte alcuni casi di cui conoscevo gli autori non
mi hanno entusiasmato molto, mi lasciavano per la maggior parte con
l’amaro in bocca; dopo la pseudo rivoluzione di Orfani che ha
portato il colore in casa Bonelli non c’è stato una collana che
poteva “rivoluzionare” il parco testate della Bonelli, non voglio
fare il criticone ma certe scelte editoriali sono arrivate con
decenni di ritardo (le Variant delle copertine, il colore,
internet!), ma non voglio parlare della Bonelli come casa editrice
(dovrò scriverci per il mio saggio sul nerdismo italiano ma questa è
un’altra storia!) ma voglio parlare di un albo specifico che,
sinceramente parlando mi aveva colpito dal trailer e dai vari indizi
che si potevano beccare su facebook, voglio parlare di Morgan Lost!
Incomincio
subito dai disegni, Rubini è riuscito a disegnare un albo non
facile, avrei paura a vedere una sceneggiatura di Chiaverotti, c’è
riuscito egregiamente, i tempi veloci e i tempi più lenti sono
amalgamati alla perfezione in una sceneggiatura non consona per gli
standard Bonelli, c’è riuscito molto, ma molto bene, le sue tavole
non sono mai statiche danno un movimento cinematografico che in pochi
riuscirebbero a farlo (forse Milazzo e pochi altri!), ogni tavola è
una sorpresa anche per la scelta della cromatura dei colori, un non
bianco e nero (perché non lo è!), una specie di acquarello
grigiastro tinto di rosso che da di gran lunga uno spessore
efficiente e grandioso alla storia, secondo me le scelte cromatiche
fungono da un di più alla storia fa sì che il lettore s’addentri
maggiormente e in maniera maniacale alla storia ed è lo scopo finale
di Chiaverotti secondo me, il disegno e il colore sono una catena
indispensabile per la storia, il grigio (e non il bianco e nero
tipico degli albi Bonelli!) e il rosso fanno sì che un lettore
qualsiasi non riesce a distogliere lo sguardo dalle tavole e dalla
storia, sinceramente parlando non so se Chiaverotti lo abbia fatto
apposta, ma conoscendo la sua scrittura mi sa di sì ed è un colpo
geniale, ma ora passiamo alla scrittura o sceneggiatura che dir si
voglia dell’albo!
Prima
che uscisse il primo albo Chiaverotti parlava di influenze
cinematografiche, sinceramente non so se le ho beccate tutte ma ora
ci provo, ok, le prime pagine fanno un non concepibile riferimento a
Nirvana di Salvatores, sul primo serial killer che becca (Che non è
il primo in assoluto ma il primo dell’albo!) Morgan Lost fa un
riferimento poco conosciuto ad un film che poi verrà fuori pagine
dopo, quindi ne parlerò pagine dopo, non so se è una citazione o
altro ma sinceramente non sono riuscito a beccare la faccenda dei
morti che vede Morgan Lost, probabilmente dovrò vedere molti più
film, la più palese o meglio la più raffinata citazione
filmografica è rivolta a Sin City e al mensile Splatter, ma una
citazione filmica che in pochi conosceranno a meno che non siano fan
di Kubrick è la scena dei manichini presa da “Rapina a mano
armata”, ora solo per quest’ultima citazione io m’inchino a
Chiaverotti (le altre sono molto palesi e non voglio citarle perché
basta leggersi un libro sul cinema e si beccano!)!
La
sceneggiatura, il mio tarlo personale, quando leggo i fumetti è
proprio la sceneggiatura, anche perché essendo un pseudo scrittore
m’accorgo di vari buchi o quant’altro, diciamocelo, in tutta
onestà Chiaverotti sa scrivere bene, sa dosare alla perfezione le
varie scene calme, pacifiche e tranquille con scene d’azione,
riesce a creare un mondo come quello di Morgan Lost dal nulla, sono
fortemente convinto che abbia una mente che lavoro a
trecentosessantaquattro gradi al secondo, non amo molto elogiare e
santificare le persone ma Chiaverotti è uno sceneggiatore o meglio
un tessitore di storie con i contro, contro coglioni, ha deciso
praticamente da solo la linea editoriale della sua nuova creatura,
c’ha creduto e c’è riuscito brillantemente, è riuscito a
portare una vera e propria innovazione nel fumetto Bonelliano, una
storia cruda, pesante, violenta, colorata ma non colorata, dove il
personaggio principale è un antieroe per eccellenza, un personaggio
che non guarda in faccia nessuna ma che ha una storia pesante alle
spalle ma è alle spalle, non vorrei dire bestemmie (se no mi
ricoprono d’insulti e sinceramente parlando non vorrei avere degli
haters!) ma a mio modesto parere Morgan Lost e un fumetto che ha
rivoluzionato (e finalmente!) la Bonelli, ma prima di lui va
ricordato il geniale Dragonero (si lo amo alla follia, è scritto da
Dio ed è disegnato ancora meglio!), quindi per concludere
lunghissima vita a Morgan Lost un fumetto rivoluzionario (per la
Bonelli!) che finalmente è uscito, ora aspetto il mese prossimo per
vedere le varie citazioni filmiche che Chiaverotti inserirà (e sì
starò lì a leggerlo e a dire ecco il film!), quindi posso solo
concludere con questa frase, Chiaverotti e tutto lo staff di
disegnatori/disegnatrici e coloristi/coloriste (si dice così?)
stupitemi e sconvolgetemi con le vostre storie…
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