-Viešnamių Mėšlas-
A
chi mi
Ha
ispirato
Questo
racconto!
(La
Modella e la Poetessa!)
Il nano malefico
Ballava
E ballava
Come se
Non ci fosse un
futuro
Ballava
Perché
Lui balla
sempre!
La
reception era vuota, il povero F. stava tranquillamente a guardarsi filmati
porno sul cellulare, non si vedeva un cliente da almeno un paio d’anni, c’erano
i soliti clienti che ormai vivevano lì da anni, vecchie star e quant'altro, due
attori falliti e un’attrice che si credeva una diva ma non lo è mai stata, aveva
girato un paio di film di serie Z del tipo “La banana dallo spazio” “Lo squalo
vuole donne nude” e titoli similari, F. continuava a vedere film di asini e
donne, fino a quando una vocina gli arrivò dal basso!
“Avete
una cazzo di camera?”
Tutto
iniziò così!
F.
quella mattina non stava bene, proprio per niente, l’acidità di stomaco si
stava aggravando molto, F. aveva paura di un ulcera fulminante, sapeva che era
lì in agguato, ma doveva lavorare se no il cappellano cieco gli avrebbe tolto
la pelle dal corpo, doveva aprire il motel schifoso, era il suo turno della
mattina, non aveva voglia, poi è arrivato lui!
J.
vomitava da due giorni senza quasi mai una pausa, vomitava roba strana, verde e
marrone!
La
pistola non aveva quasi mai esploso nessun colpo, è stato facile, molto facile,
una persona entra in una banca, estrae la pistola e tutti si cagano addosso e
fanno ciò che deve essere fatto, certo che farsi rapinare da un nano vestito da
cowboy è strano e molto, si voleva non sparare ma poi si sa, capita che l’eroe
di turno voglia fare l’eroe!
L.
non avrebbe mai pensato che quel giorno di lavoro normale come guardia giurata
si sarebbe trasformato in una sparatoria, era andato a lavorare calmo e
tranquillo, poi verso le undici l’inferno, un proiettile, poi due, poi una gragnola di proiettili, il primo colpo lo prende ad una spalla, poi in testa,
morirà a breve, in un lago di sangue!
“Avete una cazzo di camera?”
F.
non sapeva dove guardare, sentiva una voce stridula e non vedeva nessuno,
sussurrò un sì e mise sul bancone di finto marmo un paio di chiavi, una manina
le prese e lo mando a fare in culo, così tanto per fare, F. non ci rimase male
era tipico per il lavoro che faceva prendersi bestemmie e insulti, l’importante
era che l’asino eiaculava addosso alla pseudo modella… per lui!
Aveva
già sputato per terra tre volte prima di togliersi gli stivali da cowboy, si
era spogliato del tutto, si era fatto una sega guardandosi allo specchio e poi
si era fatto una doccia per poi collassare sul letto matrimoniale formato nano
che aveva richiesto e che aveva ottenuto visto che il motel era così:
Era
un bell'albergo negli anni cinquanta, una torre molto alta, con molte finestre
e con altrettante camere, ma poi l’architetto che doveva finire il progetto è
misteriosamente morto per un’indigestione di Hot Dog piccanti e il progetto
passò ad un secondo architetto che creò la seconda ala dell’albergo, di lato ma
più bassa, anche il secondo architetto ci ha lasciato in malo modo e così via
fino al sesto architetto, un famosissimo architetto giapponese alto poco più di
un metro e cinquanta che concluse l’ultima ala dell’albergo.
A
vederlo da fuori l’albergo sembrava una struttura a scala, dal primo progetto all'ultimo, l’albergo s’abbassava vertiginosamente, il divario in metri dalla
prima struttura all'ultimo era visibilmente evidente, ma da fuori poteva
sembrare un albergo in prospettiva, sembrava quasi alto uguale, ma non era
così!
“Allora
una cazzo di stanza c’è o non c’è?”
“Che
misura?”
X.
fino a quindici anni era un bravo ragazzo, buoni voti a scuola, prediletto
addirittura dal professore di matematica, ed era pure un bel ragazzino, sempre
in ordine, mai una piega, mai una macchia, poi ha scoperto le sostanze
psicotrope!
Non
voleva partecipare, non se la sentiva, entrare in una banca vestito da Zorro
non gli sembrava il modo migliore per guadagnarsi quei soldi che gli servivano,
ma poi lui lo aveva convinto, stando a lui una rapina a mano armata in una
banca doveva avere un gesto goliardico, si sarebbe travestito da cowboy, lo
aveva spronato a fare il grande salto, basta furtarelli ai vari locali che
vendevano alcolici gestiti da asiatici, basta minacciare nonne che avevano
appena preso la pensione, il grande salto, una vera rapina, entrò lui per primo
e urlò qualcosa, poi X. entrò dopo pochi secondi mentre lui stava già
riempiendo dei sacchi, sparò due colpi in aria e berciò le solite minacce,
bastò un colpo, uno soltanto, in piena fronte, in mezzo agli occhi e X.
travestito da Zorro cadde al suolo come un sacco di patate sgonfio, e pensare
che nel pomeriggio sarebbe dovuto andare in una comunità per disintossicarsi!
“Allora
sta cazzo di camera?”
“Sesto
lotto!”
“Scusa?”
“Oh
tu caro amico e compagno d’armi perché bestemmi contro la luna che ti ha dato i
natali?”
“Cosa
cazzo?”
“Camera
369!”
“Cazzo
grazie!”
La
piccola figura prende la chiave e si allontana mestamente verso la sua camera!
F.
continuò a guardare ciò che stava guardando è un’immensa e taurina (per quanto
poteva concederli il proprio pene!) emerse dai pantaloni, era in dubbio,
farsela o non farsela?
Lo
squallore della stanza era ripagata dal letto matrimoniale a forma di cuore,
dopo una leggera smorfia del viso chiuse la porta dietro di se e fece ciò che
fece!
Nell’albergo
ci sono 370 stanze e l’unica occupata, nell’ultima area costruita era la stanza
di Lui, l’albergo era immerso nella più totale ed estremo silenzio, nessuno
occupava nessuna stanza, il vento soffiava leggermente e faceva sbatacchiare le
persiane, la piscina a forma di rene era tranquilla tra l’acqua (che doveva
essere cambiata!) e la muffa che si stava formando agli angoli della piscina,
una palma solitaria e placida sopravviveva al clima!
Lui
dopo la doccia e la sega si stava rilassando sul letto, sdraiato con le
gambette che superavano di qualche centimetro il bordo del cuore letto, era lì
a gambe aperte completamente nudo che contemplava il soffitto, il suo testone
era calmo e tranquillo appoggiato ai due cuscini foderati di un tessuto rosso
come l’amore, Lui pensava a nulla e guardava il soffitto!
Una
sirena, poi le altre, sono entrati ad armi spiegate, un colpo, mancato, Lui era
riuscito a scappare con i borsoni, aveva corso, molto, e appena trovato
l’albergo ci si era infilato come una scheggia impazzita, voleva una camera,
doveva pensare, doveva fare il punto della situazione, doveva metabolizzare il
tutto!
“Hai
mai pensato che forse alice non era in un paese delle meraviglie ma che forse e
dico forse era nel nostro mondo ma era fatta a merda?”
“Interessante
ipotesi!”
“Non
è un’ipotesi magari è la realtà, magari nel suo thè qualcuno c’aveva messo
qualcosa…”
“Può
essere!”
L’asino
sta per raggiungere l’orgasmo!
Lui
dorme!
Tutti
i personaggi sono indaffarati a fare altro!
La
luna è alta nel cielo!
Per
essere precisi dopo trentaquattro ore, ventidue minuti e trecentoventi secondi
non successe assolutamente nulla, il tempo era nuvoloso e il sole latitava, in
televisione non davano nulla d’interessante a parte un vecchio film sulla
guerra in Corea girato male, montato male e scritto ancora peggio per il resto
nulla di nulla!
Carmelita
non era un centone, diciamocela tutta era poco sopra dall’essere considerata
un’ebete, ma a lei non interessava, faceva il suo lavoro, puliva le stanze, era
munito di un carrellino di plastica, amava il suo lavoro, poi arrivò nella sua
stanza, era l’unica che andava a mettere apposto le stanze della sesta porzione
dell’hotel, era l’unica anche perché era alta un metro e trentadue, la cosa non
la infastidiva, sapeva che doveva far quel lavoro e lo faceva!
Bussò
tre volte e poi usò il pass par tout, la
porta si è aperta e Carmelita vide un nano con un’erezione taurina sul letto
che dormiva come se nulla fosse!
Carmelita
non era sposata per l’immagine generale era una ragazza madre, una storiaccia
di sesso consumata in una macchina parcheggiata in un lercio parcheggio a cielo
aperto sotto un lampione che trasmetteva la luce ad intermittenza, ora il
figlio di Carmelita ha solo dodici anni, è un ragazzino sveglio se non fosse
per quel piccolissimo problema fisico, era nato focomelico ma a Carmelita non
interessava, lo amava come (forse amava !) il padre di suo figlio, un bel ganzo
latino che aveva una quindicina d’anni in più e una voglia matta di scoparsi
qualcuna, lo aveva fatto e dopo otto mesi era nato un bambino, il padre ovviamente
si era dileguato ed ora Carmelita stava guardando l’erezione taurina di un nano
che dormiva a pancia in su un letto in una stanza che doveva pulire per
contratto!
Entrò,
pulì a fondo il bagno!
“Chi
cazzo sei tu?”
“Mi
scusi!”
“No,
chi cazzo sei tu!”
“Mi
scusi!”
“Cazzo!”
“Mi
scusi!”
“Ok,
ok, stai zitta, devi pulire la camera deduco, ok fallo, ma prima fammi
vestire!”
“Mi
scusi!”
Il
suo pene la indicava per tutto il tempo in cui aveva parlato, lo guardava di
sottecchi!
Era
un pene strana, non un pene normale e grosso ma era deforme, bitorzoluto e
colava roba giallognola dalla punta, lo guardava e aveva ribrezzo per non dire
vomito, Lui si rivestì e uscì dalla camera, Carmelita pulì a fondo tutto, non
tralasciò nessun’angolo, dopo due ore la camera era in ordine e finalmente Lui
ritornò a sdraiarsi su quel letto, calmo e tranquillo, in televisione non
davano nulla!
Carmelita
finito il suo turno di quasi venti ore tornò a casa, abbracciò suo figlio, lo
baciò sulla fronte e preparò la cena, una cena povera, una roba da riscaldare
nel microonde, non aveva molto tempo, doveva mettere a letto suo figlio,
lavarsi e andare a dormire per poi risvegliarsi all’alba per tornare al lavoro
che gli fruttava mezzo dollaro all’ora!
Quella
sera dormì altamente bene!
Lui
che ora si può anche dire, si chiama bob, era ancora mezzo biotto quando
Carmelita finì di metterli a posto la stanza, se ne stava lì inebetito a
fissare il vuoto, aveva una barcata di soldi ben nascosti in un luogo sicuro,
non doveva dividerli con nessuno, cazzo, era al settimo cielo della felicità,
niente e nessuno avrebbe potuto rovinarli la giornata, si lavò accuratamente
dopo una prolungata sega pensando al fondoschiena di Carmelita, si vestì di
tutto punto, basta mascherate del cazzo, un vestito serio quasi su misura, lo
aveva comprato nel reparto Bambini di un grande magazzino dopo la fuga e dopo
la rapina, si ammirava allo specchio e non poté non bestemmiare per quanto
sembrava un signore “dell’alta” borghesia!
Uscì
dalla sua stanza tronfio del suo successo, come prima cosa sarebbe andato a
fare colazione in quei posti sciccosi che ti servono uova di colibrì ripieni di
fegato di foca albina del sud est nordico, dopo il non aver mangiato si sarebbe
diretto nel suo rifugio per prendere il bottino, un volo privato verso quelle
isole dove nessuno fa domande e avrebbe ripreso in mano la sua vita… ma come
ben si sa le banane a volte sono indigeste!
F.
aveva dormito poco, molto poco, era stato quasi tutta la notte su un sito dove
giovani messicane si facevano scopare da qualsiasi animale, la cosa stranamente
gli piaceva molto e trovava un senso d’eccitamento a dir poco sublime, si
smanubriava il pene con queste cose, il porno classico, uomo donna, uomo e
uomo, donna e donna, lo annoiava, cerva qualcosa di più, era arrivato a
guardare con occhi diversi il suo vecchio cane malfermo sulle zampe posteriori!
Era
sorta l’alba, doveva andare a lavorare, doveva arrivare prima di Carmelita,
doveva nuovamente aprire la mattina, una cosa che odiava, avrebbe preferito
starsene rintanato nella sua stanzetta nella penombra a vedere asini che
s’inculavano ragazzine appena uscite dalla pubertà e invece doveva aprire quel cesso di motel di quarta segata, era
arrivato da un’ora circa quando arrivò Carmelita!
“Scusi”
“Si
ok cazzo mangia fagioli fa il tuo lavoro e non rompermi le palle”
“Scusi!”
Carmelita
aveva finito di pulire la stanza della sesta ala del motel, F., come da
consuetudine doveva caricare la macchina del ghiaccio a tutti i piani e a tutte
le ali del motel, incominciava dalla prima per arrivare all’ultima, alla fine
della quinta ala si accorse di non aver fatto colazione, torno nel suo
sgabiotto da albergatore serio, cercò qualcosa da mangiare e non trovò nulla a
parte una banana che aveva visto giorni migliori, incominciò a mangiarla nel
mentre si dirigeva verso l’ultima ala del motel, in una mano una banana che
sapeva di muffa e nell’altra il ghiaccio, caricò la macchina e fece cadere la
buccia della banana per terra!
Bob
non si accorse subito di star capitolando nelle piccole scale, stava cadendo
come un sacco di patate, uno scalino dopo l’altro sempre impiantato nella
testa, la caduta durò pochi secondi ma per bob sembravano secoli, si accorse
quando toccò terreno con il cranio ormai aperto e con mezzo cervello fuori a
prendere il sole sull’asfalto, si accorse che non avrebbe mai fatto una
colazione da re, il sole batteva forte sull’asfalto, un occhio, quello sinistro
ormai era fuori dalla sua orbita, esalò il suo ultimo respiro su un asfalto
caldo con tutti gli arti rotti e con mezzo cervello fuori dal cranio!
F.
quella mattina finì presto il turno, verso mezzogiorno, non ne poteva più,
voleva tornarsene a casa, voleva rientrare nel suo mondo, fatto di animali e
donnine compiacenti, entrò in casa, i piatti erano nel lavabo da circa quasi un
mese, la sporcizia era ovunque, ma a lui non interessava, accese il PC e
incominciò a guardare un video su un
orgia di animali e ragazzine, durava all’incirca due ore.
Al
minutaggio 1.06.25 il suo cuore si fermò, un piccolo ma mortale infarto, lo
ritrovarono dopo due giorni, davanti al PC in decomposizioni, con i pantaloni
calati e con dello sperma secco attaccato alla bocca…
Quella
mattina il motel era chiuso, Carmelita non sapeva il perché, qualcuno gli aveva
detto che un ospite si era suicidato lanciandosi a peso morto dalle scale, un
nano, Carmelita fece spallucce, aveva un giorno libero e cinque dollari in
tasca!
Non
aveva molto da fare, suo figlio era a scuola, non poteva lavorare per ovvi
motivi, entrò in un piccolo drugstore gestito da coreani, due persone di colore
si baciano davanti al frigo delle bevande, Carmelita alza le spalle, chiede nel
suo inglese stentato un gratta e vinci da due dollari, lo gratta, non vince!
Carmelita
ha gli ultimi tre dollari, cosa fare?
Tentare
la fortuna?
Non
farlo?
Carmelita
fa spallucce e chiede un gratta e vinci da tre dollari!
Gratta
e gratta Carmelita, fa spallucce!
Otto mesi dopo
La
TV nazionale Messicana annuncia che una certa signora che prima era emigrata
negli stati Uniti D’America ora ha acquistato l’ennesima ditta, viene
considerata la donna dell’anno per svariati settimanali economici, ha un
patrimonio che si calcola con molti zero all’infinito, Carmelita Sanchez dopo
essere stata negli USA è ritornata in patria e a cominciato a comprare ditte
che non stavano bene economicamente e le ha portate ad essere ditte leader nei
vari settori, la sua fortuna?
Alcuni
dicono un gratta e vinci da tre dollari!
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