sabato 7 maggio 2016

-Un racconto pesante... forse....-




-Il salsicciotto di Fritz, mangiatore di denti-

Con tutta la mia mente
E
Tutto il mio cuore ad
A.!

Hans, non era un brutto ragazzo a parte le improponibile orecchie a svento9la che svettavano come due vele di una barca molto grossa, non aveva grandi ispirazioni sul mondo ma si divertiva molto a spendere tutti i soldi guadagnati con prostitute che avevano superato i sessant’anni, e gli piaceva molto farsi defecare sul viso da quest’ultime prostitute.
Abraham faceva il maniscalco all’epoca, un lavoro tranquillo e senza fronzoli, un lavoro tranquillo, tutto nella norma, non aveva grilli per la testa a parte il vizietto di urinare sempre con la tavoletta del W.C. chiusa, imbrattando con la sua urina tutto il copri water.
Absalon, era un probo e integerrimo abitante, andava in chiesa tutti i giorni prima d’andare a lavorare, dava cospicue  donazioni per i bambini poveri, faceva la comunione tutti i giorni e si confessava un giorno si e uno no, amava la sua chiesa e forse l’amava troppo, anche perché ha stuprato tutti i chierichetti che passavano per la sua diocesi da almeno vent’anni.
Aswin è sempre stato un uomo serio, di poche parole, la tipica persona che si faceva gli affari suoi, non aveva amici ne amiche, era un uomo solitario e taciturno, troppo taciturno a sentir il pare del paese, ma a lui non interessava, non gli interessava ciò che il mondo pensava di lui, era gay e nascondeva il suo essere, non voleva dimostrarlo e si infliggeva ferite sul corpo per estirpare ciò che lui considerava una malattia.
Dagomar era il fruttivendolo del paese, conosciuto da tutti, un bonaccione, a sentire le voci, mai una multa o quant’altro, non aveva nulla di cui preoccuparsi ma alla lunga il vendere ortaggi e piante porta allo sfinimento ed è per questo che ha cominciato a mangiare carne, ma non di mucca o maiale o pollo bensì umana, la faceva frollare per giorni per renderla tenera e poi la cucinava in svariati modi, era sempre deliziato quando poteva agguantare un cosciotto o una parte qualsias9i di un corpo umano.
Derik, aveva un piccolo problema, piccolissimo problema, aveva il pene di un bambino di tre anni, non lo aveva mai detto a nessuno e nonostante vivesse per vedere porno e ammazzarsi di seghe il suo pene non cresceva, ha provato in tutti i modi a farlo crescere ma con nessun risultato, quando morì dissanguato nessun medico disse il perché morì!
Dominikus era aitante, muscoloso, biondo con gli occhi azzurri, un bel manzo si direbbe, un tipo che potrebbe ottenere tutto solo se lo volesse, ma no, Dominikus soffriva di depressione cronica, sorrideva sempre a tutti e sembrava sempre e perennemente felice, ma non lo era, era l’inverso, soffriva come un cane, non stava bene, l’alcol preso non serviva, le droghe men che meno, quando lo trovarono in una vasca piena d’acqua calda con i polsi tagliati irrimediabilmente nessuno capì il perché, nessuno.
Degenhard era un nulla facente, gironzolava per il paese senza una meta, peccato che nessuno conosca la sua storia, dopo tre overdose, voleva camminare e basta, voleva vivere la vita che voleva vivere e basta.
Egberta è sempre stato strano, non parlava o meglio ha incominciato a parlare a cinque anni, ciò che diceva erano farsi senza senso, parlava di resurrezioni e di Dio, parlava e parlava e nessuno lo ascoltava, è stato un peccato che sia morto sotto un’auto in corsa che non si è fermata, un peccato perché era la reincarnazione di Cristo.
Engelfried non aveva grilli per la testa, era un single felice e pensava solo al lavoro, il suo unico cruccio era l’apparire meglio di chiunque, poi beveva la sua urina meticolosamente archiviata nel suo frigorifero, la beveva per giorni, ne era assuefatto.
Fulbert, a prima vista era la persona migliore del paese, integerrimo, fu sindaco per due volte, voleva o meglio esigeva che tutti rispettassero le regole da lui imposte, sorrideva sempre a trecentosessantacinque denti, era cordiale e perennemente felice, la moglie sorrideva mesta al suo fianco, ha tre figlie, una moglie e una carriera in salita, poi, è c’è sempre un poi, si venne a scoprire che era un alcolizzato cronico, che quando beveva picchiava furiosamente sua moglie e abusava delle sue figlie, pianse quando lo arrestarono, affermò che erano loro a volerlo, fu accoltellato per duecento volte in carcere.
Gottwald morì giovane, molto giovane fin troppo, peccato che ad ucciderlo fu una sua vittima perché aveva il vizio di stuprare qualsiasi donna a sua portata.
Iwo era perennemente triste, piangeva, sorrideva e piangeva nuovamente, non stava bene, ogni sconfitta della vita era un peso insormontabile, tonnellate e tonnellate di peso sulla sua giovane schiena, vomitava bile tutti i giorni, stava male , lo stomaco era ormai un fievole ricordo, vomitava e basta, era triste e poi felice, non lo sapeva neanche lui, non voleva vivere così, arrivato hai quarantaquattro anni prese una corda ben robusta, fece un cappio e se lo fece passare attorno al collo, fu un movimento veloce, aveva il soffitto alto, la sedia dove si era posizionato era dell’altezza giusta, la corda stringeva molto il suo collo, i primi ematomi che affioravano, fu un attimo, si lanciò dalla sedia, il collo si distrusse in un decimo di secondo, le interiora fecero fuoriuscire tutto il loro contenuto, urina e feci si mescolarono in un vortice sulla sua gamba destra, gli occhi si chiusero e la vita lasciò per sempre il corpo esanime di Iwo, nessuno lo pianse, nessuno pregò per la sua morte, era morto, basta questo.
Fritz era un macellaio, amava il suo lavoro, avere la carne di maiale a portata di mano lo faceva sentire un dio, da carne rosea informe poteva creare qualcosa che era mangiabile o meglio commestibile, fabbricava lui stesso  i salsicciotti che tutto il paese ne andava ghiotto, era una preparazione meticolosa, doveva macinare, distruggere e quant’altro per poi rifilarlo in una guaina di grasso di maiale, lo faceva per suo compiacimento, amava il suo lavoro e lo amava alla follia, il creare salsicciotti era la sua massima aspirazione, era una persona semplice, molto semplice, non ne sapeva nulla di filosofia o quant’altro, lui voleva solo fare salsicce e insaccati, era sempre gentile con i clienti e gli informava sul taglio giusto per ciò che volevano farne della sua carne, era meticoloso all’eccesso non avrebbe mai venduto un pezzo di carne che non era fresco o quant'altro, voleva il meglio per la sua clientela, dava il meglio e solo il meglio, era talmente dentro al suo business, che non buttava nulla, tutto ciò che rimaneva, ovvero le parti non vendibili, se le mangiava lui, ma aveva un vizio, un vizio incolore, adorava masticare i denti delle bestie che macellava, era la sua pecca e il suo peccato, ma il sentire i denti di una vacca o di un maiale che si sgretolavano sotto i suoi denti era un piacere estremo per lui, lui pensava che meglio è sgranocchiare dei denti di animali morti invece di andare a troie vecchie o incularsi dei bambini, lui almeno la pensava così, in fin dei conti non faceva male a nessuno!



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