martedì 10 maggio 2016

-La genialità di due fratelli geniali.... la mia su Paper Paolo!-




-La mia su Paperi, il secondo numero-


Sapete che amo i preamboli (senza un senso logico e su questo potrei parlarne, e si Marco ci sto ragionando ancora sul cavallo sappilo!), e quindi vi tocca un preambolo, secondo me, da lettore, esistono due tipi di scrittori, uno scrittore che mette in fila frasi e pubblica e il grande scrittore che riesce a far provare empatia verso la storia che sta leggendo!
Ho finito il preambolo!
Ok prima di parlare dello scrittore (che considero un amico e un collega su ciò che viene chiamata Logica!), voglio parlare del pittore (avevate ancora dubbi su questo?), ok, adoro giulio, davvero, riesce a disegnare un capolavoro su un foglietto unto, ok, lo conosco da Noumeno, ho letto i primi due numeri e ho pensato, “Mica male questo disegnatore!”, poi ho scoperto chi era, poi è arrivato Paranoiæ, che è un capolavoro secondo me e mi sono detto, “Ok, ora rimarrà su questo stile per un po’ per poi in un futuro evolversi fare altro!”, poi esce Paper Ugo, e tutto che è esposto del mio corpo è caduto, quel genio di giulio si è evoluto ancora, il suo dipingere è arrivato a livelli estremi, non raggiungibili da tutti e quindi mi dico :”Ok ora la finisce e starà così con questo stile per un po’, almeno una ventina d’anni!” ed ecco che arriva Paper Paolo…. Ok, mi sanguinavano gli occhi per la bellezza dell’opera pittorica, qui ormai non si parla più di fumetto, inteso come tale, è altro, è qualcosa di superiore, è tutto ciò che chiedo (da lettore!) ad un disegnatore e lui da il massimo, no, di più, da anche più del massimo, ci sono tavole che sono talmente belle che fanno piangere per la contentezza, mettiamola così, prendi un fumetto qualsiasi dagli anni settanta a oggi (e parlo di fumetto italiano!), lo si prende e non si nota la differenza e poi tac, t’arriva Giulio e non hai parole, non puoi averle, non ci sono parole, la sua evoluzione stilistica è eternamente costante (basti pensare a svariati disegnatori internazionali che non hanno mai cambiato il loro stile, Adams in primis!), la cosa che mi lascia basito e con la mascella che va a farsi le ferie è che manca un numero alla fine della trilogia dei Paperi, ho davvero paura di cosa riuscirà a fare Giulio nel futuro…. Anche se è da molto tempo che dico che dovrebbe essere esposto nei musei…..!
Parlare bene di Giulio è facile, molto, i suoi dipinti sono grandiosi, nessuno dice di no, ma come ben si sa per un “fumetto” ci vuole la storia anche, se no sono bei disegni fini a se stessi!
E qui parte il preambolo, scrivere è facile, tutti possono scrivere, mettere in fila delle frasi non è difficile, direi che chiunque abbia affrontato un tema lo sa!
Ecco l’enorme differenza è una, lo scrivere è facile, l’essere uno scrittore è un bel po’ più difficile! Ci sono pochissimi autori che sono riusciti a farmi sentire in sintonia con il personaggio che sto leggendo, è successo con Paper Ugo, anche perché si parla di me in modo molto intimistico (e mi sto ancora chiedendo come ci sia riuscito!), non lo sono (e per fortuna!) con questo secondo capitolo di questa trilogia, Marco, uno Scrittore che reputo mio amico è riuscito a farmi sentire dentro ad una storia, questa di Paper Paolo, che è una storia pesante, molto (tutti sanno di cosa parla, anche perché mannaggia a Milano i fumetti che agogno arrivano un mese dopo circa!), è una storia pesante si ma non visibile, si capisce ed è qui che parte il grande scrittore, non dice nulla ma ti fa capire tutto (e le varie critiche stronze sono utili come la carta igienica di carta vetro, dai, davvero? Non si capisce di cosa parla? Davvero? Doveva mostrare tutto? Dai! Non fate morire la poesia terribile che Marco ha scritto!), qui c’è la genialità dei due geniali fratelli, il non narrare ma dirlo lo stesso, ci sono dipinti che spiegano più di mille parole di ciò che è realmente Paper Paolo, lo fa capire inconsciamente, ci sono vignette singole che nonostante non ci siano parole parlano di più di mille parole ed è qui che c’è il genio, il non parlare ma farlo capire.
Lo devo ammettere, la storia mi ha fatto partire la bile, e sono convinto che Marco voleva questo scrivendo questa storia pesante, dura, distruttiva, voleva scrivere questa determinata storia e voleva scriverla così, voleva scrivere il male assoluto che non può redimersi, se in Paper Ugo ci si sente d’andare dal povero papero a consolarlo (nessuno è mai venuto a consolarmi ma tant'è!) con Paper Paolo si sente il bisogno fisico di prenderlo a calci in faccia, ed è qui per la seconda volta che lo scrittore è geniale, crea un legame tra il lettore e la storia, non si può non odiare quel Papero di merda, perché lo è, è il male assoluto, non può redimersi, è sterco e basta e lo si odia, e si lo odio tanto, tantissimo, davvero, mentre lo stavo leggendo sul mezzo pubblico che mi riportava a casa stavo tremando  per la rabbia, ecco cos’è un genio!
Creare un fumetto in una perfetta simbiosi tra fratelli gemelli, lo scritto grandioso che diventa realtà visiva attraverso dei grandiosi quadri, questo non è un fumetto, è qualcos'altro, magari i maniaci delle etichette inventeranno un nomignolo cretino del tipo :”Paintstorytrueforever”, ma qui Marco e Giulio non hanno creato un fumetto grandioso, hanno fatto di più, hanno parlato di una cosa di cui non si parla mai abbastanza ma Marco lo ha fatto,  e Giulio lo ha creato fisicamente, devo dire grazie a questi due fratelli meravigliosi, mi hanno fatto incazzare, odiare, e tipo un tremila di emozioni incazzati, quindi devo dirli grazie, e molto, anche perché hanno veramente rivoluzionato il fumetto italiota che vive ancora negli anni settanta… quindi grazie di cuore (da nerd e da lettore di fumetti!) Geniali fratelli!

P.S.: Arrivati a questo punto ho quasi paura di sapere di cosa parlerà il terzo e ultimo capitolo dei Paperi ma chi sa perché, so di certo che sarà qualcosa di grandioso e terribile… attendo!


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