mercoledì 12 luglio 2017

-Il fumetto italiano non è morto ma è di molto agonizzante!-




-Il fumetto italiano non è morto ma è di molto agonizzante!-

Molti dicono che il fumetto nostrano è morto, questi si basano su una sola casa editrice, ovvero la Bonelli (che per dirla politicamente è un misto tra una balena bianca e un elefante rosso!), non sono d’accordo, anzi non lo sono affatto!
Il fumetto made in Italy è vivo e vegeto e sta bene, certo è poco conosciuto dalla massa ma esiste e sforna grandi e grandissime cose, anche grazie a internet e ai vari social network!
Devo ammetterlo, non compro tantissimi fumetti italiani, anche perché leggere storie e disegni anni sessanta/settanta mi rompicchia un po’ le palle… diciamocelo chiaro la Bonelli è vecchia e decrepita!
Compro pochissima Bonelli (Dragonero, il miglior fumetto mai uscito da casa Bonelli, Le storie, Julia, Orfani, Mercurio Loi, il Martyn a colori [che è grandioso secondo me!], qualche speciale e poc’altro!)  e a parte rari casi mi sembra di leggere degli albi alla stregua di Lando, per storie e disegni,  la Bonelli è vecchia e non vuole rinnovarsi, sbandiera “Albo a colori” nel 2017, crea albi esclusivi per le fumetterie, nel 2017 che è da almeno una trentina d’anni che il mondo c’è arrivato, fa disegnare artisti che non riescono a reggere una moltitudine di tavole così alto (Roi insegna, quando disegnava un albo si e un albo no di Dylan Dog era terrificante, poi in UT è esploso per l’artista reale e geniale che è!), la Bonelli è vecchia ma nonostante tutto io comprerò i loro albi e, quando è meritato gli elogerò (gli ultimi due speciali, ovvero Dragonero e Le storie sono due perle meravigliose e da tenere sul comodino for ever, e non voglio parlare della meravigliosità del numero 50 di Dragonero o dell’ultimo numero di Lilith!), ma allora perché affermo che il fumetto italiano non è morto?
Semplice, case che non hanno una potenza “mediatica” come la Bonelli, mi riferisco alla Cosmo, alla INK e alla Shockdom, sono tre case editrici piccole, che hanno i loro problemi (specialmente la Cosmo!), ma fino a oggi non mi hanno mai deluso, come lettore di fumetti da trent’anni e come nerd navigato!
La Cosmo è un orgasmo per noi nerd, si, cazzo duro e venuta ogni mese e lo dico da nerd, ok, fa uscire autori italiani meravigliosi come Samuel Spano, Davide La Rosa e molti altri e ripropone albi ormai introvabili, a prezzi estremamente competitivi, che fanno felici molti nerd… è tutto bello vero?
No, col cazzo!
Cara cosmo, io ti amo e tu lo sai, ma porco cazzo hai un problema serio, o a dirla tutta tre problemi seri:
1.      Le date, non mettetele che tanto non riuscite a rispettarle, e a ogni nerd nel mondo se gli si dice che un albo esce in un determinato giorno e quell'albo non esce ci incazziamo come vipere punte da vipere!
2.      La distribuzione, cazzo, non potete farla a macchia da leopardo, non è possibile che un albo si trovi a due fermate di metropolitana, e che molte edicole non hanno un albo che sia uno della vostra casa editrice, io vi comprerei tutto ma non vi trovo e abito a Milano e non in un paese sperduto di un comune che ha al massimo quattro abitanti!
3.      Le fiere… cazzo non potete andare al Il mio bagno comics e non andare alle fiere serie… davvero… perché volete castrarvi?
Per il resto la Cosmo a mio modesto avviso pubblica albi degni di nota, Nine Stones in primis ma anche tutto ciò che le case editrici italiane “Alte” non hanno mai pensato di pubblicare (Basti pensare a quella perla che è Parker!)!
La Ink!
Sulla Ink potrei parlare per ore e ore anche solo per la gentilezza e l’umanità del suo creatore, ma parliamo di fumetti, a oggi è la prima casa editrice che osa e osa in modo meraviglioso, storie crude, cattive, terribili a volte disturbanti ma la storia che si lega così bene al disegno non lo mai trovato in quasi nessun fumetto internazionale, forse e dico forse nel Daredevil di Miller o del Green Lantern di Johns, ogni singolo albo che ho letto mi è piaciuto molto e lo divorato come un povero bambino del Biafra che si ritrova davanti ad una tavola imbandita, storie fantastiche e scritte bene e disegni meravigliosi, non voglio parlare della famiglia cannibale o del giardino delle torture, o di molti altri albi, ecco la INK è secondo me la casa editrice perfetta per chi (sia scrittori o disegnatori!) voglia sperimentare senza catene o pregiudizi, o quant’altro!
Lo tenuta per ultima, la mia casa editrice preferita in assoluto, la Shockdom!
La prima casa editrice italiana che non si può darli un’etichetta, o meglio pubblica solo cose grandiose, e a dir poco meravigliose, e sì agognerei scrivere per loro qualsiasi cosa, anche la pubblicità, loro a oggi non mi hanno deluso ma anzi mi hanno fatto meravigliare di ciò che pubblicavano, gli ho amati (e per loro fortuna hanno una copertura del territorio meglio della Cosmo!) fin da subito e mi hanno dato l’occasione di conoscere artisti, ops, ARTISTI che meritano questo nome, la Shockdom ha le palle di puntare sui giovani e su storie non proprie da “borgata” e devi ringraziarli ancora per il loro lavoro, se non fosse per loro non avrei mai conosciuto artisti che stimo (i gemelli meraviglia [che amo e che adoro!] in primis!) e che sono sul punto di venerarli!
Ho dato tre esempi concreti di fumetti belli e accessibili a tutti, ho scritto su case editrici con le palle che nonostante tutto puntano sull’innovazione e sulla novità, la domanda quindi è la seguente, perché la Bonelli preferisce dare ai lettori un prodotto scadente e di basso profilo invece di dare un prodotto fresco e innovativo?

Vorrei ricordare alla Bonelli che i vecchi muoiano prima dei giovani, forse sarebbe meglio puntare su quest’ultimi invece di stare impantanati su storie e disegni che erano alla moda quarant’anni e passa anni fa! Vorrei ricordare alla Bonelli che il fumetto è un prodotto per i ragazzi e ragazzini, tipo mio nipote… ecco, mio nipote non ha mai letto un albo della Bonelli, io due domande me le farei! 

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