-La mia su “Orfani:
Juric numero uno”-
Lo
devo ammettere, non avrei mai pensato di scrivere una “La mia” su un albo di
Orfani, mi sono dovuto ricredere, oggi, quindici ottobre duemilasedici scriverò
(o meglio sto scrivendo!) una “La mia” su un albo di una serie che non mi
esalta!
Devo
dirvi la verità, Orfani non mi fa impazzire, la prima “stagione” era carina, la
seconda era passabile e la terza, secondo me, si poteva scrivere in al massimo
quattro, cinque albi a stare larghi, la saga principale si è presa una pausa e
ora è uscito uno spin off dedicato alla cattiva per eccellenza della saga, la
Juric (che tra le altre cose è il tipico personaggio che sta sulle palle da
subito e quando è crepata mi sono detto “Finalmente”!), a parte il prologo e l’epilogo
dell’albo, la storia è stata scritta da una delle due scrittrici che apprezzo
molto (Barbara sai che per me sarai sempre la numero uno tra i numeri uno!),
ovvero la Barbato (che dopo UT mi è scoppiato l’embolo per lei e ho letto anche
i suoi romanzi che mette on-line e che vi consiglio!)!
Ok,
la Barbato è una certezza, si sa che quando scrive il livello dell’albo sale
molto, ma qui ha dato il massimo, in questo primo numero c’è tutto ciò che può
dare fastidio al lettore medio, profughi, violenza, pedofilia accennata e meno,
la cattiveria dei bambini (e qui si è superata, davvero, ha raggiunto in poche
pagine l’immensità della psicologia infantile, i bambini sono cattivi e la
Barbato lo mostra!), il potere corrotto, ciò che sono realmente determinate
ONG, in un numero ha urlato una denuncia fortissima, estrema, ha reso umana e
vulnerabile una stronza di primo grado qual è la Juric!
Adoro
la Barbato perché sa fare il suo mestiere e lo sa fare molto bene, si vede che
è una scrittrice e sa benissimo come dosare i vari colpi di scena o Cliffhanger
che dir si voglia, sa scrivere, infatti quattro pagine della Barbato c’è più
scritto che in tutti e trentasei numeri precedenti di Orfani, davvero, mi
aspettavo il solito numero di Orfani che si legge al massimo in cinque minuti e
invece è l’esatto opposto, la Barbato (scusami se uso questo termine brutto,
ovvero usare un articolo prima del tuo cognome ma ahimè non ti conosco così
bene per darti del tu!) ha dato una nuova linfa vitale ad una serie che per
certi versi è terribilmente noiosa, quindi spero che continui a scrivere ogni
singolo albo di Orfani, almeno si legge qualcosa di bello e di (strano a
dirsi!) innovativo per la cara Bonelli!
I
disegni…. De Angelis, un autore che amo da secoli ormai ma qui colorato
(finalmente!) nel modo corretto esplode, da forma e spessore ad un albo
grandioso, non saprei dire quale altro disegnatore poteva fare così tanto su
una serie così particolare, De Angelis c’è riuscito alla grande, credo, anzi,
sono fortemente convinto che nessun’altro disegnatore poteva dare così tanto ad
una storia già bella di per se, e nonostante i vari anni che apprezzo e stimo
alla follia De Angelis, riesce sempre a stupirmi, sempre, riesce in una
vignetta a farmi rinnamorare del fumetto italiano!
La
copertina…. Cristo santo, la copertina, tralasciando la storia e il disegno dell’albo
per un momento, spendere soldi per un albo, in questo caso i soldi sono spesi
benissimo, il maestro (scusa ma per me sei il maestro!) Mari rende questo albo
perfetto, ha disegnato una copertina angosciosa e superba, a vedere l’albo
esposto in edicola non si può non comprare, lo compri e godi solo per la
copertina, poi si legge e si gode due volte!
Che
dire altro? A parte che questo albo finalmente ha sdoganato la Bonelli dal suo
torpore anni sessanta? Che dire che magari i vertici della Bonelli si sono
accorti che ormai siamo nel 2016? Che dire che magari rimanere fissi su certe
idee che andavano bene cinquant’anni fa ormai sono superate? Sta a vedere che
dopo Dragonero (che è il migliore albo a fumetti italiano secondo me!) la
Bonelli magari sta pensando che il media fumetto è altro? Stai a vedere che
magari scrivere un “cazzo” non è un peccato? Magari mi sbaglio ma secondo me la
Bonelli se vuole attirare i giovani o i non più giovani (quale io sono!) deve
prendere la lezione che la Barbato ci ha regalato con questo albo, innovazione,
il creare qualcosa di veramente nuovo e il puntare su disegnatori che valgono,
il vecchiume ha rotto molto le palle, comprare un albo nel 2016 e ritrovarsi
negli anni sessanta non è bello, anzi è alquanto disturbante, molto!
Un’ultima
cosa, e poi la finisco di delirare su questa pagina di Word, se il futuro della
Bonelli si basa su storie della Barbato, di Barbara e di altri sceneggiatori
che spaccano e di disegnatori giovani e talentuosi, magari la Bonelli sarà
veramente una vera rivoluzione nel panorama fumettistico italiano, lo spero,
tanto!
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