-La noia quasi
quotidiana-
Le
luci dei lampioni illuminano soffusamente la via quasi nebbiosa di un sabato
sera!
I
piedi si muovano meccanicamente, la sbronza animalesca che non vuole passare
nonostante l’aria glaciale di un Gennaio degno di questo nome.
Si
cammina, quasi barcollando, l’alcol s’abbassa nel sangue e dalla testa, si
respira aria fresca a pieni polmoni, la vista quasi offuscata che ritorna
normale, si vede una città nuova, rinnovata nel suo vecchiume!
Troie
che danno ore e ore d’amore per pochi soldi!
I
vari spacciatori che sembrano persone che aspettano qualcuno ma tutti sanno chi
sono e cosa fanno!
Le
forze dell’ordine che si fermano dal “porchettaro” perché a quest’ora si ha
fame!
Ubriaconi
cronici che vomitano colori simili all'arcobaleno su un muro mezzo scrostato
con una scritta del tipo “inculoa tuti i sbiri della merda”!
Si
passa avanti, una sigaretta accesa con fatica, una troia ti comunica che
potrebbe renderti felice in un quarto d'ora, passi avanti, si sorride sotto i
baffi e si prosegue, la sigaretta finisce, si fa il gesto delle corna e la
cicca vola via, si cammina, nel freddo, la lucidità arriva, ti porta a
camminare verso casa, l’accogliente e calda casa.
La
finestra è aperta, l’aria glaciale pervade ogni singolo atomo di ogni singola
parete, il pavimento e il soffitto, l’aria che colpisce in faccia, si sospira,
il letto disfatto, gli abiti che volano e lo stravaccamento sul letto che puzza
di troppe seghe in solitudine, in pieno stile uomo vitruviano ci si rimane per
secondi o minuti, ci si volta e ci si ritrova in posizione fetale, le lenzuola
che dovrebbero essere lavate che creano mosaici caotici attorno ad un corpo
fisico che ha realmente bisogno di dormire o pensare!
Rivoltarsi
per secoli in quell'ammasso di tessuto e odori spermali, è irrilevante il
tutto, dormire, gli occhi aperti come fanali anti nebbia, guardare il soffitto,
guardare la parete, guardare la finestra ancora aperta, chiuderla, il tepore
che non si crea, il freddo che punge i piedi che cercano inconsciamente un
minimo di calore, nessun calore, magari il rifare il letto si pensa, si vuole
dormire ma non ci si riesce, si potrebbero fare mille cose alle tre di notte,
invece non si fa nulla, nulla.
La
sveglia suona un motivetto anni cinquanta, ci si sveglia, ci si guarda intorno,
si pensa che è un vero schifo la casa di colei che fa tremare i polsi, che è
stata elogiata e vituperata per secoli con quadri, scritti, odi e poesie, e si
pensa che è proprio una “vita” schifosa la vita che vive la Morte!
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