sabato 22 giugno 2013

La cosa peggiore che può succedere ad uno scrittore non è la paura ( o terrore che dir si voglia, anche se paura e terrore sono due parole distinte con un diverso significato [non ho voglia di scriverlo quindi andate a prendervi un vocabolario qualsiasi, anche il Piccolo Palazzi e controllatevelo da voi!] ma che fa sì che il risultato non cambia!) della pagina bianca o il famigerato blocco dello scrittore (per esempio è da una settimana che scrivo di notte [due cose e basta!] e basta, durante il giorno a mo’ di Iron Man “tengo duro!”!) l’enorme paura è il non trovare la parola giusta nel momento giusto nello scritto giusto, so che può sembrare una cazzata ma una parola sbagliata fa sbagliare il tutto, per fare un piccolo esempio, c’è una bella differenza tra il termine “Pene” e il termine  “Cazzo”, se usassi il termine “Cazzo” chi leggerà ciò che ho scritto aumenterà l’attenzione su ciò che sta leggendo (e non per il termine gergale con cui si nomina il Pene!) ed è provato, provate voi a togliere ogni singola parola volgare da un romanzo come Trainspotting, il risultato? Una noia indicibile!
Quando ho deciso di mettere la parola “fine” (mentalmente s’intende!) a quel colosso letterointellettuale che è O’Shere  mi sono sentito svuotato dalle parole, il “Colosso” mi aveva prosciugato per undici anni e passa le mie facoltà intellettuali (o presunte tali!), ed ora che è presubilmente finito (lo è visto e considerato che è perfetto e lucido così com’è e mai e poi mai ci rimetterò mano sopra!)  non riesco a scrivere più di un paio di pagine (ovviamente sto scrivendo cose ma per la maggior parte di ciò che scrivo sono saggetti [a parte il saggio sul femminismo e ciò che ha portato, ovvero il saggio sul femmicidio!] e qualche poesia!), non lo vedo come un problema serio, se m’arriveranno idee le butterò su carta, se non arriveranno studierò qualcosa per farmele venire, il problema di base però è un altro!
È dal millenovecentonovantaquattro che scrivo senza sosta e senza una pausa (la mole dei miei scritti è praticamente incalcolabile e parlo dei miei scritti rilegati che ho in casa, tralasciando le varie lettere e i svariati scritti che non ho mai stampato [tra cui un romanzo fantascientifico e un voluminoso libro d’aforismi nichilistici!]!) e forse il mio cervello è stanco, poi calcolando ciò che è successo tra domenica e lunedì non fa un gran bene al mio cervello, la mia non è una mancanza manichea d’idee, anzi di quest’ultime ne ho fin troppe (eccessivamente troppe direi!) ma sono le parole che mi sfuggono, sono queste piccole bastarde di parole che non collimano con le mie idee e fanno sì che ciò che ho in mente non può essere scritto (ho da mesi in mente un racconto su un commesso viaggatore che non riesce a prendere forma, so come iniziarlo ma poi non so come continuarlo, e so che la mia ultima frase è altamente scorretta ma non sapevo bene come scriverla, e questo non renderebbe giustizia al racconto ed è ciò che non voglio!)!

Se fossi uno scrittore surrealista il problema non si ponerebbe ma ahimè non lo sono, il mio studio letterale mi ha portato a descrivere la mente e i pensieri dei miei personaggi (O’Shere ne è la prova tangibile e concreta!) e passare di botto così alla cazzo sarebbe una scorrettezza verso i potenziali lettori che ho (pochi, pochissimi quasi inesistenti!), quindi tutta questa pantomima inutile è servita a me per spiegarmi e spiegarvi il perché non pubblico più una minchia sul mio blog e per pubblicare qualcosa (finalmente!) sul mio famigerato blog!   

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