-Il
suicidio del sistema-
“E’
così che viviamo, assorbendo, mettendo in relazione, organizzando le
nostre esperienze in modi che esprimono i nostri personali e
originali bisogni di riferimento”
William
T. Vollmann
“Come
un’onda che sale e che scende”
Capita
a tutti gli scrittori (degni dei questo nome o meno!) d’arrivare ad
un punto d’incazzarsi, infatti, tutti gli scrittori (chi più chi
meno!) prima o poi scrivono qualcosa del mondo in cui vivono (Joyce
attaccava l’Irlanda attraverso articoli che ad una prima occhiata
sembravano innocenti e casti, Eliot idem, Proust ha incentrato la
Ricerca del Tempo perduto sulla sua esistenza giovanile [qui si
aprono svariate scuole di pensiero sul perché abbia scritto la
ricerca, secondo il mio modestissimo avviso la scritta per ricordare
{e ricordo, per chi non lo sapesse che Proust quando ha incominciato
a scrivere seriamente la ricerca era già avanti con gli anni e non è
stato un work in progress incominciato in tenera età e finita da un
uomo anziano!}com’era da giovane e per autoricordarsi cosa si
provava ad esserlo!] cambiando i nomi dei personaggi principali ma è
riuscito a scrivere uno spaccato d’epoca o meglio la fine di
un’epoca e l’inizio di una nuova!)… io ho fatto lo stesso con i
miei suicidi del sistema, a oggi (Quattordici novembre
Duemiladodici!) ne ho scritti duecentoventicinque, diciamo fin da
subito che ho impiegato un bel po’ di tempo per dare la giusta
careggiata (circa una ventina di suicidi della “prima serie”!),
la giusta careggiata per questi scritti era il lasciare fluire i miei
pensieri che mi potevano o meno venire leggendo (o venendo a sapere!)
determinate notizie, lo devo ammettere, quando ho incominciato a
scrivere i suicidi ero ancora convinto che la “buona politica” ci
poteva esserci, mi sono dovuto ricredere subito o quasi!
Se
dovessi fare un esame di coscienza sulla prima serie di questi
suicidi devo dire che i primi cinquanta suicidi erano di una banalità
estenuante (a parte uno che ho scritto in Israele dove ero in vacanza
e dove il giorno dopo il mio arrivo ci fu un attentato alquanto
sanguinosa a Gerusalemme e i media italiano non ne hanno fatto parola
[ed è stato proprio questo fatto che mi ha fatto ricredere e molto
sull’imparzialità e sulla libertà reale di stampa in Italia!),
cercavo d’essere spigoloso e incazzato e il risultato era
un’accozzaglia di luoghi comune e cose già dette da giornalisti e
scrittori di gran lunga migliori di me, ci fu una svolta estremamente
importante sul mio modo di concepire mentalmente (ebbene si tutti i
miei scritti sono anticipatamente pensati a lungo prima di finire
sulla “carta” ed è per questo che prendo raramente appunti… ho
la piena fiducia della mia mente!), la svolta fu nel scoprire la
prosa meravigliosamente ricca e incazzata di Giampaolo Pansa
(giornalista dall’innegabile talento che è riuscito a parlar male
del PD sul riformista [una delle tante testate di sinistra!] e del
PDL e di Berlusconi su Libero [giornale palesemente schierato col
PDL!], un giornalista che se anche scrive trenta pagine di articolo
si riesce a leggerlo tranquillamente e che arrivati alla fine ci si
arrabbia perché è finito!), leggendolo ho capito che strada doveva
prendere i miei scritti politicamente incazzati, ovviamente non
raggiungerò mai la prosa spiccia ma ricca di Pansa (e ci mancherebbe
altro, sono un novizio poco brillante su questo argomento!) ma ho
provato ad imitarlo (male a dire il vero anche perché su certi temi
sono alquanto più scurrile di Pansa!) e in alcuni casi l’imitazione
è pallidamente riuscita, la cosa che mi ha divertito di più in
questa prima serie (perché la scrittura dev’essere divertente e
piacevole per chi scrive se no i “pezzi” vengono insipidi e i
lettori lo capiscono [ed è proprio per questo che credo che Pansa
scriva solo quello che vuole come e quando vuole!] eccome se lo
capiscono!) sono state le liste dell’odio (la genesi delle mie
liste del venerdì ma anche per loro avranno un capitolo a parte!)
dove vomitavo tutto il mio odio verso determinate etnie e verso i
politici italioti (e se la memoria non m’inganna fu proprio in una
di queste liste che ho coniato il termine Big S. rivolto a Berlusconi
[e da questo termine ne sono nati molti altri!]!), forse queste liste
sono stati i miei suicidi di questa prima serie più apprezzati!
Questa
prima serie è nata che al governo si era insediato da poco Romano
Prodi per poi passare lo scettro del comando a Berlusconi, questo
passaggio mi ha fatto capire (parliamo della seconda metà della
prima serie!) che sotto, sotto, i politici sono tutti uguali e la mia
fiducia nelle istituzione è scemata fino a sparire e fu con questo
spirito che dopo pochi mesi dal centesimo suicidio del sistema ho
incominciato subito con la seconda serie!
Se
nella prima serie avevo toccato punti tipicamente italiani (di
politica in primo luogo e dell’italiano medio in secondo!) nella
seconda serie ho voluto allargare timidamente i miei orizzonti verso
il mondo, ho toccato fatti di storia moderna e non; la mia insana
curiosità verso i famigerati anni di piombo (che collocavo all’epoca
della seconda serie subito dopo la fine della seconda guerra mondiale
e finiti [per ora, anche se le notizie smentiscono questa mia
consapevolezza!] con gli omicidi di Dantona e Biagi!) mi hanno
portato a scrivere anche di storia, con questi suicidi del sistema
(ne scrivevo anche due o tre a settimana per poi pubblicarli poi!) ho
voluto dire la mia su determinati fatti (i morti neri e rossi degli
anni settanta/ottanta!) la cosa che può suonare strana (ma non per i
studiosi di storia!) è che più venivo a conoscenza di determinati
fatti tipicamente italiani (di cui mio padre e mia madre ne hanno
vissuto quasi in prima persona [la Milano anni settanta e ottanta non
era poi così un paradiso pre boom!]!) più l’orizzonte s’allargava
e più il territorio italiano era riduttivo e quindi eccomi a
scrivere di politica estera del presente e del futuro (un suicidio
del sistema dimostravo come l’America non si sia evoluta nel fare
le guerre dai tempi della guerra di secessione!), fu in questa
seconda serie che mi sono totalmente discostato da tutti i partiti
politici e da tutte le correnti politiche anche perché sono
fortemente convinto (e ancora ad oggi ne sono convinto!) che uno
scrittore o giornalista non può (per essere imparziale!) appartenere
a nessun partito politico o corrente che dir si voglia perché
deformerà irrimediabilmente la realtà dei fatti distorcendoli per
dare il contentino al partito a cui appartiene… lo devo ammettere
in questa seconda serie ho scritto dei scritti veramente incazzati
(in alcuni di questi ho rischiato querele [tipo quando ho dato a
Bondi del povero coglione buono solo a leccare il culo a Big S.!]!)!)
ma il periodo era pronto alla mia prosa incazzata…. Ora non lo so
se lo è, infatti, i miei suicidi (i primi venticinque di questa
terza serie!) sono molto sporadici e nonostante che non calcolo ciò
che può accadere nell’immediata pubblicazione sul mio blog (se
dovessi incominciare a pensare alle reazioni non scriverei più!) ma
l’incazzatura che ha investito tutta la seconda serie ha preso
posto alla rassegnazione è brutto scriverlo ma ahimè più vado
avanti e più l’ottimismo che potevo o non potevo avere è scemato…
non sono affatto negativo (e qui Marcello [di cui scriverò un
capitolo di questa mia biografia!] mi è testimone!) ma realista…
forse è meglio essere idioti e ignoranti o per meglio dire italiani
medi!
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