-2004-
(L'anno orribilis)
“Quando l'ascia entrò nel bosco, molti alberi dissero
:”Almeno, il manico è dei nostri”.”
Proverbio Turco
Sono fortemente convinto che
il duemilaquattro sia stato l'anno peggiore in assoluto e anche l'anno dei
grandissimi cambiamenti per me, tutto ciò di negativo che poteva succedere è
successo, andiamo per ordine, il primo semestre dell'anno passa abbastanza
calmo, dico abbastanza anche perché viene diagnosticato a mio padre un tumore
alla prostata (fatto che lo porterà a fine anno a come è adesso!), viene
operato, tutto va bene, l'operazione non è complessa perché è stato preso in
tempo, è in fase di recupero (se si può dire, diciamo che si stava rimettendo
in sesto, questa cosa del tumore è un po' la paura che tutti i Ruggieri hanno,
visto che abbiamo [ahimè!] altri precedenti, mio nonno, lo zio di mio padre e
altri, quindi so che [a parte che fumo che è un vizio che accelera queste
cose!] prima o poi dovrò andare a farmi dare una controllata generale [come se
non bastasse il menisco usurato, la caviglia fragile e la costola spostata!]!)
quando succede il patatrac... le dinamiche effettive dell'incidente non lo so
perché non ero fisicamente a casa dei miei (dopo c'arrivo su dove ero!),
abbiamo dedotto che mio padre abbia avuto un ictus mentre era in bagno e che
cadendo abbia fatto tipo pallina da ping pong sulle pareti del bagno piccolo
dei miei (si, a casa dei miei ho due bagni e che probabilmente se fosse andato
nel bagno grande tutto questo non sarebbe successo ma come si dice :”Con i se e
i ma la storia non si fa!”!), fatto sta che mia madre mi chiama e non so come
ci sono riuscito ma in una decina di minuti ero sotto casa dei miei (di solito
ci s'impiega una trentina/quarantina di minuti buoni!), la scena che mi si è apparsa
davanti era surreale (anche perché non l'avevo mai vissuta in prima persona ma
solo vista in film o serie tv!), un'ambulanza con le sirene spiegate, mia madre
in lacrime ed io che scendo da un taxi (cosa strana di quella sera è che non
ricordo bene ne il tragitto [che posso immaginarmelo!] ne quanto ho speso per
arrivare dai miei... la mia memoria parte con me che guardo “Ogni maledetta
domenica” di Oliver Stone [film che non riesco più a vedere!], la telefonata di
mia madre e il mio cervello riprende a “funzionare” quando scendo dal taxi, non
so bene come ho fatto a vestirmi [ero praticamente in pigiama!] ad uscire di
casa e tutto il resto!), mia madre mi vede e insieme andiamo in ospedale... non
è una cazzata perché mio padre viene ricoverato con il codice rosso (ovvero il
massimo del massimo!), l'attesa è tanta, troppa, eccessiva e nella sala
d'attesa di Niguarda rincontro un mio professore d'Italiano (per intenderci
quello con il quale prendevo dieci e che riuscivo a fare un'interrogazione di
giorni [facendo felici i miei compagni dell'epoca!] e non sto scherzando!), un
fatto del tutto irrilevante anche perché lui era lì per una semplice influenza
curabile con un paio d'aspirine, intanto il tempo passa di una lentezza
abissale e dopo l'attesa biblica ecco il verdetto... mio padre si è ritrovato
ad essere in coma vigile (ciò vuol dire che sì era in coma ma nonostante questo
capisce e percepisce il mondo fuori, in parole povere non parla e non fa nulla
ma vive!), un'altra scena che è marchiata a fuoco nella mia mente (cosa che mio
fratello e tutti gli altri non potranno mai capire ed è anche per questa scena
che sono incline a non andare a trovare mio padre, so che quest'ultima frase
può suonare da stronzo ma non ci riesco, per fortuna che siamo diversi se no
sarebbe alquanto banale il mondo non trovate?) è il vedere mio padre su un
lettino quasi del tutto ricoperto di sangue e fu quella sera che ho legato ogni
mio sentimento (o meglio il nervosismo e i sentimenti negativi!) al vomitare
bile (mi capita tutt'oggi che qualche mattina vomito anche l'anima peccato che
sia bile e che a lungo andare mi brucerà l'esofago ma tant'è!), ho vomitato in
un bagnetto dell'ospedale, come sono riuscito a rimanere saldo non lo so, ma
quando una persona vede il proprio padre “più di là che di qua” non ha le
stesse identiche reazioni, la fortuna della mia famiglia sta proprio in questo
(mia madre è ansiosa di natura e mio fratello è una cassa di risonanza della
sua ansia!) il mio apparire forte, l'apparire per l'appunto anche perché sono
sempre stato restio ad aprirmi e a coinvolgere altre persone nelle mie cose
(c'è ne sono ovviamente ma non così tanti come sembrerebbero!) e questo mio
“essere” si è ampliato a dismisura da quando sono andato a vivere da solo,
fatto successo proprio in quest'anno e per l'esattezza dieci giorni prima
dell'incidente di mio padre, i sentimenti e i pensieri che ho avuto quella sera
sono molteplici, complicati e assai complessi da spiegare in uno scritto, la
prima cosa che ho capito (essendo più simile [ahimè, e capirete il perché del
mio ahimè proseguendo la lettura!] a mio padre che a mia madre in quasi tutto!)
è che dovevo essere “forte” quando stavo in famiglia e mai e poi mai farmi
vedere triste o quant’altro (cosa a dir poco difficile da fare ma non
impossibile…. So di certo che mia madre e mio fratello non mi hanno mai visto
in crisi [e c’è ne sono state e molte e a volte molto ma molto forti!] e questo
è stato solo un bene per loro!), dovevo in qualche modo tenere “dritto il
timone”… ci sono riuscito? Non lo so di certo…. Diciamo che ho fatto del mio
meglio (ed è stato alquanto sufficiente anche perché senza una persona “forte”
[ciò che non sono visto e considerato che ho dubbi su tutto e tutti e prima di
muovermi impiego ere geologiche per decidermi, ma quando lo faccio sono peggio
di un missile atomico!]!) , forse ci sono riuscito sacrificando il mio essere e
il mio vero Io a qualcosa di più importante…. Dovevo tenere in careggiata sia
mia madre che mio fratello, era questa la cosa più importante per me e lo sarà
sempre, i miei risultati? Semplice da dirsi, ho una attività ben avviata e che
si è ampliata molto dal duemilaquattro,
mia madre non ha ulcere ne quant’altro e mio fratello nonostante tutto è
abbastanza felice, per quanto riguarda me le cose sono differenti, la mia
sopportazione si è notevolmente abbassata, vomito bile un paio di giorni a
settimane e le mie fasi “down” sono molto ma molto più pesanti da quest’anno
rispetto a tutti gli anni passati… ma sinceramente parlando di me non me ne
frega nulla, ho sempre voluto il meglio del meglio alle persone a cui voglio
bene e credo che in una minima parte ci sono riuscito…. Mio padre è ancora
nello stesso stato, ha avuto dei peggioramenti (dovuti alla mancanza di serietà
di un ospedale di Parma che prometteva troppo e che poi si è capito che era una
sotto specie di lager [ e non sto esagerando visto e considerato che queste
“strutture altamente qualificate” promettevano chi sa cosa e che poi
l’interessava intascare l’assegno che le regioni danno a piene mani per i
malati come mio padre (si parla di un mille e passa euro al giorno di
rimborso!), il fatto è che hanno tentato in tutti i modi di farlo crepare di
morte “naturale” ovvero di lasciarlo lì nel suo letto sperando che crepasse,
poi le cose sono cambiate perché mio padre è stato trasferito al Palazzolo (a
Milano che se ne dica a volte la sanità lombarda funziona a volte no ma in
questo caso ha funzionato!), una struttura che sa bene o male trattare con
questi “malati” ed ora è ancora lì… forse
aspettando la morte, non lo so ma sono fortemente convinto (conoscendo mio
padre!) che mio padre aspetta solo il momento che dormirà e che non si
risveglierà più!) che poi bene o male si sono risolti e ora dopo anni è ancora
lì, come lo visto quel maledetto quattordici dicembre del duemilaquattro…. La cosa che mi fa star male non è tanto il
fatto di mio padre in sé (ovvio che mi fa male anche perché non riesco ancora a
vederlo nello stato in cui è!), ma di mia madre… sembrerò un mammone del cazzo,
ok, pensate ciò che volete, non m’importa, ma la mia prima preoccupazione è mia
madre, è il dopo, il ciò che succederà quando mio padre deciderà di
morire….sarà una cosa devastante, per tutti, e sinceramente non so se sarò
abbastanza forte per reggere il colpo….
In pochi sanno la storia che
sta dietro al mio “fantomatico” trasloco (forse l'unica cosa positiva che mi è
successa in questo anno di merda... che poi è ciclico, nel
millenovecentoottantaquattro muore mia nonna materna [l'unica che ho conosciuto
tra le altre cose!], nel millenovecentonovantaquattro muore mio nonno materno
ed ora nel duemilaquattro è successo il fattaccio di mio padre!), in molti mi
vedevano come l'ultimo essere umano che “avrebbe lasciato il nido materno” ma
soprattutto sono stato il primo a lasciarlo per andare a vivere da solo (mio
fratello è uscito di casa solo quando ha conosciuto mia cognata non prima!), la
storia del mio trasloco è la seguente... bisogna fare un salto indietro nel
tempo, mio fratello e mia cognata abitavano in un appartamento (che ora è la
mia casa!) con il mio primo nipote (che tra le altre cose entrerà pure lui in
quest'anno!), quando mia cognata è rimasta incinta per la seconda volta hanno
deciso di cambiare casa, ovviamente la mia casa va bene (se non ci vivo io
visto e considerato che tendo ad accumulare molte ma molte cose!) per una
coppia con un figlio, già quando si arriva a quattro componenti è a ragion
veduta piccola, allora si mettono a cercare casa, un compito non facile (o
erano troppo care [e stranamente in Italia un mutuo lo danno a cani e porci ma
a mio fratello visto e considerato che è un professionista e lavora in proprio
no!] o troppo piccole!) alla fine riescono a trovarla in una zona vicina sia al
mio ufficio sia a casa di mia madre ma
poi che farsene dell'altra casa?
Lasciarla sfitta era un
peccato (visto che ci pagano sopra il mutuo!), affittarla a qualcuno non si
fidavano ed è qui che salgo su io che mi propongo di andarci a vivere, lo
stupore era dir poco generale, “Ma come Lorenzo? Proprio te?”, ebbene si, il
mammone, l'orso ha deciso di lasciare il protettivo nido materno per poter
volare con le sue ali... non ho aspettato molto... anzi direi che non ho
aspettato per nulla, il giorno stesso che mio fratello ha firmato per entrare
nella nuova casa (e non c'erano ancora entrati, infatti hanno dormito nella mia
ex camera da letto come dei profughi curdi!), con l'aiuto di Simone (abbiamo
caricato la sua macchina con il mio materasso e altre cose di “vitale
importanza”!) mi sono trasferito in quella che è ancora a oggi la mia casa, la
sera stessa ho fatto per la prima volta in tutta la mia vita la spesa (cosa ho
comprato preferirei evitare di scriverlo!) e la sera stessa (visto e
considerato che ancora a oggi io la spesa la faccio a cazzo di cane!) sono
andato a cenare dai miei sapendo che sarei ritornato nella mia prima (e fin'ora
unica!) casa, il trasloco completo è durato dei mesi (ho fatto tutto da me con
l'aiuto di mio fratello e di Simone!), sono stato praticamente in una casa
mezza vuota per un bel po' (mi collegavo ad internet [pre fastweb!] seduto su
un trespolo in un angolo della mia sala!) ma alla fine si è riempita, amo la
mia casa anche perché la considero la quintessenza del mio essere, spero che
chi viene a trovarmi capisca quasi subito chi sono io… a volte succede a volte
no... ma quest'anno essendo stato l'anno più terribile che io abbia mai
vissuto, le tragedie non sono finite qui!
Prima di toccare con mano il
problema del mio primo nipote (come ho già scritto nell’introduzione, ho deciso
di non seguire una linea cronologica ma scrivere quando mi viene di scrivere,
quindi a parte i due casi sopra citati [mio padre e il trasloco!] che sono
vicini temporalmente, la faccenda di mio nipote è venuta fuori prima ma su
questo tema voglio prendermi tutto il tempo che m’occorre anche perché non è
così semplice scriverci sopra [e non solo per me ma anche per molti
professionisti del settore!] poiché vorrei che con questa mia biografia la
lettura sia leggera e non troppo complicata!) devo parlare di ciò che mi è
successo a fine duemilaquattro, niente di eclatante ma è stata la goccia che ha
fatto traboccare il vaso di una mia paura (e intendo una paura folle!), io ho
il terrore (a rischio d’infarto!) delle macchine, fin da piccolo non sopportavo
andare in giro in macchina perché vomitavo e mi riempivano di travel gum (che
per chi è della mia generazione sa cosa sono e sa di che cosa sapevano
[cemento, puro e semplice cemento!]!), da grandicello il terrore si è attenuato
fino ha una sera… io e altre persone (alcuni erano miei amici uno non lo è più
[e fa parte della mia black list ma su questo argomento ci ritornerò su più
avanti!]!) stavamo tornando da un week end al lago quando quella testa di cazzo
di proporzioni bibliche di **** (ho censurato il nome non per paura o che altro
lo fatto perché mi fa ribrezzo solo lo scriverlo il suo nome [molti comunque
avranno capito di chi sto parlando!]!) decide di fare lo spericolato su una
strada estremamente trafficata, il risultato è stato con una macchina che è
entrata nella fiancata della macchina dov’ero io (insomma a dirla con parole
povere siamo stati speronati di lato da una macchina!), la macchina comincia a
fare teste code a più non posso colpendo altre macchine, ovviamente il colpo la
macchina la presa nel lato dove ero seduto io, macchina distrutta, il padre di
**** incazzato come una iena (è dovuto venirci a prendere!) anche perché A: non
aveva ancora finito di pagarla (All’epoca **** era un mantenuto del cazzo che
saltava da facoltà a facoltà come una farfallina a primavera senza trovarsi uno
straccio di lavoro!) e B: avendo
provocato l’incidente la assicurazione non avrebbe pagato un cazzo, da quel
fatto il mio terrore è aumentato un po’ ma mai come ciò che è successo a fine
dicembre duemilaquattro!
Io e Simone eravamo usciti la
sera per bere qualcosa, serata tipicamente nostra (e si Simone avrai un
capitolo tutto tuo!), abbiamo sparate cazzate condite con cose serie (all’epoca
non avevamo nessuna ne io ne lui!), una piacevole serata se non fosse stato che
riaccompagnandomi a casa una macchina è sbucata da una via traverso alla via
dove vivo (chi sa dove vivo sa che la mia zona è un quadrato, c’è una via
“principale” e tantissime viette perpendicolari!) ovviamente la macchina ha
colpito il lato dove ero seduto io, anche qui come sono riuscito a uscirne vivo
non lo so (forse non era arrivato il mio momento!) comunque se sono qui a
scrivere ciò vuol dire che non mi sono fatto nulla, la macchina però era
distrutta, la portiera del alto dove stavo era talmente incurvata che non si
apriva (giusto per darvi un’idea!) e qui l’aneddoto delirante (capita spesso di
incontrare dei personaggi quando usciamo io e Simone!); ovviamente qualcuno
aveva chiamato i vigili (i vigili poi? Ma perché? Dovevano chiamare la polizia
o i carabinieri non i vigili!) che “prontamente” e disprezzando il pericolo
sono arrivati… erano in due, una donna e un uomo, l’uomo è sceso e guardava la
scena mentre la donna redava il verbale (Simo non ridere…!), le prime domande
erano scontate, ha voluto sapere da noi la dinamica dell’incidente, poi ha
proseguito… mi ha chiesto se ero ferito, gli ho detto di no, lei allora mi
chiede se ne sono sicuro, con calma ho risposto sempre di si, non avevo nulla,
è qui una delle tante perle, mi ha chiesto se sanguinavo, li ho detto di no ma
la cosa non l’ha convinta molto e voleva sentirsi dire che stavo morendo
dissanguato, ma queste sono le tipiche domande di rito… poi ha redatto il
verbale definitivo (quello di prima era un pre verbale che serve per far
arrivare il carroattrezzi e caso mai un’ambulanza!)…. Ve lo posso giurare, è
rimasta venti minuti con la penna in mano perché (e ricordo che sono vigili!)
non sapeva cos’erano i binari del tran, ha esordito con “lame di ferro per
terra”, per poi passare a “Travi di ferro in terra” fino a raggiungere l’apoteosi con “Quelle cose di
ferro che stanno in terra a Milano!” sicché io con la faccia stupita (ho
pensato di essere su scherzi a parte!) gli ho tolto la nebbia dal cervello
pronunciando la magica parola :”Binari”, il tutto è durato poco meno di un ora,
ciò che è successo però è servito, infatti dopo l’incidente Simone ha
incominciato a guidare con più attenzione… bhé certo io ora ho una paura folle
di salire su una macchina (e chi mi ha avuto in macchina sa di cosa parlo!) ma
in questo duemilaquattro non poteva non succedere!
Prima di “dire la mia” su mio
nipote lascio la parola a wikipedia, poi dirò la mia:
Sindrome di Williams-Beuren
Da Wikipedia, l'enciclopedia
libera.
(Reindirizzamento da Sindrome
di Williams)
Le informazioni qui riportate
hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono e non provengono né da
prescrizione né da consiglio medico. Wikipedia non dà consigli medici: leggi le
avvertenze.
Sindrome di Williams-Beuren
Malattia rara
Codici di esenzione
SSN italiano RN1270
Classificazione e risorse
esterne
ICD-9-CM (EN) 758.9
ICD-10 (EN) Q93.8
Eponimi
John Cyprian Phipps Williams
Alois Josef Beuren
La sindrome di
Williams-Beuren (nota anche come sindrome di Williams) è una malattia genetica
rara con incidenza di circa uno su 20.000 nati vivi nota fin dal 1961 è stata
caratterizzata a livello molecolare solo nel 1993.
1 Quadro clinico
2 Causa genetica
3 Bibliografia
4 Voci correlate
Quadro clinico
La sindrome di
Williams-Beuren è caratterizzata da stenosi aortica sopravalvolare (causata da
un deficit di elastina), ritardo mentale associato ad un carattere estremamente
socievole ed estroverso anche con gli estranei (quella che è stata descritta
come personalità da "cocktail party"), ritardo di crescita spesso
associato ad insorgenza postnatale, invecchiamento precoce e un aspetto del
volto caratterizzato da tratti grossolani, con palpebre edematose, epicanto,
dorso nasale depresso e narici antiverse, bocca larga con labbra carnose,
guance paffute con mandibola piccola. In Italia vi sono circa 200 casi.
Presentano una compromissione all'emisfero destro, difficoltà visivo-spaziali e
presentano una dissociazione tra gli aspetti pragmatici, gli aspetti fonologici
e sintattici del linguaggio. Presentano un quoziente intellettivo tra 60 e 70.
Causa genetica
Il 96% dei casi mostra una
delezione di circa 1,5Mb nella regione 7q11.23 fiancheggiata da due dupliconi
di 400kb con il 95% di omologia reciproca. Il restante 4% dei casi è dovuto
all'inversione della stessa regione cromosomica. Tra i geni presenti in questa
regione vi è anche quello per l'elastina.
In questo stramaledetto anno
mio fratello e mia cognata (dopo una visita di routine che tutti i bambini
fanno!) hanno scoperto (grazie a un cardiologo!) che il mio primo nipote
“soffre” della sindrome di Williams, una sindrome che colpisce pochissime
persone (e ovviamente noi Ruggieri potevamo esentarci dall'avere qualcosa di
raro? No!), leggendo wikipedia sembra una cosa gravissima (provate a cercare “Disturbo
bipolare” su wikipedia e vi salterà fuori che chi ne “soffre” è un pazzo da
ricoverare... non è così, anzi a farsi ricoverare sarebbero altri!) ma non è
così, certo non è una cosa bella d'avere ma neanche così brutta, so che avrà
dei problemi in futuro e quant'altro però mio nipote (e chi lo ha conosciuto lo
sa bene!) è a dir poco geniale, fa dei ragionamenti che molti italiani medi se
li sognano (per esempio a mio nipote non interessa il calcio ne tanto meno i
gratta e vinci!), quando lo hanno scoperto tutta la famiglia (mio padre
compreso, che a dirla tutta mia padre aveva un'ottima dote, ovvero era un
perfetto e preciso ricercatore [addirittura ha imparato lo spagnolo per leggere
Lorca in spagnolo!] nonché un sopraffino traduttore [la sua Terra Desolata di
Eliot è la migliore traduzione in italiano a parer mio!]!) si è mossa e in poco
meno di un mese sapevamo tutto (o quasi!) di questa sindrome e questo è un lato
della mia famiglia che amo, ovvero, quando c'è un problema che colpisce un
membro facciamo quadrato attorno al membro, so che può suonare tipo “famiglia
mafiosa” ma siamo così... a differenza di tutti gli altri Ruggieri che ho
conosciuto!
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