-La mia su “Il
grande sgarbo” di Stefano Cardoselli-
N.d.A.:
Devo per prima cosa, scusarmi per il ritardo con cui scrivo questa “La mia” ma
ho avuto una settimana alquanto difficile!
È
da circa un anno buono che volevo leggere qualcosa di Stefano, ricordo che
avevo letto di lui in un articolo su internet che lo definiva “Un’autore
underground che non si piega alle grandi case editrici”, poteva non
incuriosirmi? Assolutamente no, gli ho richiesto l’amicizia su facebook e dopo
un’ora l’aveva accettata (me lo ricordo bene, perché volevo vedere il suo
lavoro, anche se nell’articolo avevo visto poche tavole e la mia già martoriata
mascella era andata in ferie!). lo devo ammettere, lui lo volevo leggere,
volevo assolutamente leggere le sue storie e finalmente ci sono riuscito (solo
con Paperi mi è successo questa spasmodica voglia di leggere un fumetto!)!
Partiamo
dai disegni, so che molti pensano che io esagero sempre, ma visto e considerato
che questa è “La mia” e parlo solamente delle cose che mi colpiscono, fate voi,
stavo dicendo, i disegni, ecco, prendete un Bisley e mescolatelo con un ottimo
Mignola, ecco, non ci siete ancora, prendete questi due mostri sacri e fateli innervosire
tantissimo e poi fateli disegnare insieme, ecco ci siete, ha un tratto, Stefano, che è a dir poco unico
in Italia (nel mondo c’è ne sono e Stefano che pubblica prevalentemente nel
mondo e pochissimo in Italia, ne fa parte a pieno diritto, se non mi credete
andate sulla sua pagina istagram e guardate cosa crea con un pastello blu!) c’è
Stefano e spero che faccia scuola, in una produzione (che deduco!) autoprodotta
, un livello grafico così alto non lo mai visto (forse Greta ma quello è un
altro discorso!) e io leggo fumetti praticamente da quando sono nato e ve lo
dico, Stefano spacca ma spacca di brutto, è quel qualcosa in più che mancava al
panorama fumettistico italiano (forse sopra di lui c’è solo Mari ma Mari è irraggiungibile!)!
La
storia, devo dire che io personalmente non avrei suddiviso le vignette così, ma
sotto una certa ottica stanno benissimo così, la storia è in pratica la storia
dell’unità d’Italia (se è mai stata unita e ci credo poco!), è un What If?, in
pratica Stefano scrive una storia sul e se Garibaldi avesse fallito miseramente?
è interessante porsi questa domanda, molto, e Stefano non solo lo ha fatto ma
lo ha scritto certo, non è una storia da annali del fumetto, lo devo ammettere,
perde un po’ come dire è un po’ debole, ma ci può stare, nel senso, si sa come
va a finire fin dalle prime pagine, ma a mio avviso non è scritta male, nel
senso non ci sono rifusi, buchi o altro, è una storia leggibile benissimo, non
la trovo una storia di “spaccatura” (uscita in questo periodo si può leggere
benissimo come una denuncia politica verso l’America o altri fatti politici, ma
bisogna essere un fine lettore, e poi credo che sia stata scritta prima delle
elezioni americane vinte da Trump!), è una buona storia supportata da disegni
meravigliosi!
Ecco
l’unica pecca di questo albo è il formato, simil Bonelli, ma più piccolo, ma
più grande di un Diabolik, ecco il formato è una pecca a mio parere, ma per il
resto posso dire che questo fumetto va comprato e letto, e finalmente ho
scritto una “La mia” (come gli avevo promesso un anno e passa fa a Stefano!) su
un lavoro di Stefano!
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