-Una storia-
I secondi
diventano minuti e il numero non cambia, sembra di stare qua dentro
da secoli e il numero non cambia, scorrono tutte le altre lettere ma
la mia no, aspetto, non c'è nessuno ma il mio fottutissimo numero
non esce ancora, è fermo al ventiquattro e io ho il trentuno ma non
ci sono sette persone, ci sono solo io e il mio numero non esce, si
alza sparisce dalla visuale forse è andata in ufficio un attimo ma
ora torna, “Ok oggi per me è finita” come? E io?
Esce e se ne
va, ma ci sono altri mille sportelli, nessuno chiama la mia lettera,
un extracomunitario mi sorpassa, deve rinnovare il suo cazzutissimo
permesso di soggiorno e io? Io rimango seduto e invoco Anubi!
Chiamano un
numero, non il mio, chiamano un numero che non c'entra nulla con
questa ala dell'edificio, perché? Ci sono io chiamate me cazzo!
Nulla da fare, chiamano altri numeri inutilmente, ci sono solo io e
un nonno che deduco stazioni qui perché non ha nulla da fare, non ha
neanche il numerino in mano, io aspetto, sto invocando ormai tutte le
divinità dalla nascita del nostro pianeta fino ai giorni nostri ma
nulla, dovrei fare un sacrificio per far sì che gli dei m'ascoltino?
Aspetto!
Finalmente la
mia lettera si muove, venticinque, minuti che se ne vanno, ventisei,
si ferma si alza e va in quello che presumo sia il paradiso terrestre
perché tutti ci vanno, passano i minuti, non si vede, ritorna, si
siede, si mette comoda, si toglie un peletto invisibile dalla
camicetta, guarda il visore del computer, s'accomoda meglio sulla
sedia, chiama il ventisette, nulla, forse non ha capito che non c'è
nessuno qua solo io, solamente e unicamente io porco cazzo, ma nulla,
passano i minuti, ventotto, niente da fare, a breve avrò un
esaurimento nervoso, lo sento avvicinarsi, ventinove, spero che lo
capisca ma nulla, manca poco e finalmente me ne potrò andare da
questo girone dell'inferno di dantesca memoria, trenta, mi alzo,
sperando che chiami il mio numero e invece? Nulla si rialza va ancora
un po' nel paradiso terrestre e io rimango come un pirla in piedi.
Ritorna, stessa
scena, si sistema e i minuti passano, chiama il mio numero.
“Salve!”
“Salve”
“Ricevuta di
ritorno?”
“Si!”
“Ecco tenga,
cinque euro!”
“Prego e
salve”
Bestemmio
dentro di me e me ne vado!
BElla!
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!!
Grazie! :)
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