-Psycho Killer-
Il
telefono squilla.
Uno
Due
Tre
Quattro
Squilli,
non devi rispondere, non devi farlo!
Sai
chi è dall'altra parte della cornetta, lo sai bene, molto bene!
Il
sudore si raffredda!
Stai
in un letto completamente bagnato dal sudore, stai lì a guardare il soffitto,
alla televisione danno cartoni animati di animali che parlano e fanno battute,
è troppo alle sette di mattina, spegni giustamente la televisione, e vai a
lavarti, magari la faccia!
L’acqua
è fredda!
Troppo
fredda!
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Squilli!
Hai
la faccia bagnata, non vuoi e (guarda caso non puoi!) rispondere, ti vesti
velocemente, ed esci, il sole ti colpisce in piena faccia, ti domandi perché
sei qui in questo momento, ti poni la stessa domanda da anni, poi pensi che è
lavoro e devi lavorare, sospiri, fai una boccata d’ossigeno, il sole ti
colpisce in piena faccia, hai caldo!
Esci!
La
strada è breve e il marciapiede è costellato da merde di cane, bottiglie semi
vuoti di un liquido che ricorda la birra ma che non è birra, il sudore t’arriva
sugli occhi, t’asciughi, la musica attraverso le cuffiette ti da una sensazione
di protezione quasi materna, cammini, arrivi dove devi arrivare, sospiri,
scaracchi per terra.
Il
telefono trilla e vibra ma non è importante!
Scendi
nelle viscere della terra conosciute come metropolitana, quotidiano, fumetti e
biglietti, saluti, il vecchio bercia canzone oscene e commenta (a sentir lui!)
i fatti del giorno, si mette a cantare qualcosa, ed è in questo preciso momento
che capisci il perché ascolti sempre musica, scendi in metro, bestie bercianti
urlano tra loro come se fosse di vitale importanza far sapere al mondo cosa
vogliono dirsi, arriva il treno Sali.
Prima
spintonata, seconda, terza, quarta, quinta, sesta e il treno non si è ancora
fermato, sono due fermate che devi fare ma loro spintonano, sempre, ogni
singolo giorno, scendi, ennesima raffica di spintonamenti perché tutti vogliono
arrivare “uno”, tutti hanno fretta, tutti devono correre, tutti, e spintonano,
esci finalmente all'aria fresca, il sudore fa si che tutti i tuoi indumenti
siano incollati alla tua pelle, respiri profondamente, forse troppo!
Incomincia
a piovere, una pioggia fredda, gelata, che punge ed entra nelle ossa, bestemmie
a profusione, cammini veloce, molto veloce per arrivare alla fermata c’arrivi e
lo stronzo col SUV pensa bene di passare su una pozzanghera grossa come un
lago, non sei bagnato, di più, respiri e il mal di testa parte in quinta, la
tempia pulsa, respiri, aspiri e respiri, ci vuole tranquillità!
Arriva
l’autobus, pieno come un uovo appena fecondato, nonni che portano il
carrellino, studenti cerebrolesi “Figa cazzo c’è figa è!” con zaini ricolmi di
nulla sulle spalle, il manager che se non porti il trolley vuoto sempre dietro,
fanciulle ormai passate che si credono top model che impiegano un’era geologica
per salire due scalini, spintoni, gomitate e quant'altro… respirare, alzare la
musica, alta, spintonata, spintonata, ginocchiata, gomitata… respirare!
Non
respirare!
Ennesima
gomitata sulla costola che ti fa male da giorni!
“Scusi?”
“Aspetta
Ermenegildo c’è uno stronzo che mi rompe le palle!”
Non
aspetti gli prendi il collo e glielo giri a trecentosessantaquattro gradi,
senti il crack delle ossa, senti la vita che abbandona il suo corpo, poi tiri
un pugno in piena faccia allo studente imbecille che è da minuti che ti
spintona, poi continui e continui, sei una furia della natura, non ti fai
domande ma colpisci, il manager stronzo, i vecchi rincoglioniti che non hanno
di meglio da fare se non rompere le palle a chi lavora davvero, i vari
sbarbatelli che si credono uomini vissuti e hanno ancora la minchia
incellofanata, il grassone che suda e che crede di essere un cazzo di padre
eterno, colpisci fino a quando le nocche non si sbucciano e le gambe non fanno
male per tutti i calci che tiri e continui fino a quando l’adrenalina non scema
ma non scema, picchi il beduino stronzo che è da due ore che bercia al
cellulare, picchi il cinese testa di minchia che non riesce a tenere il volume
della voce ad un livello umano, picchi le madri mussulmane velate che portano
dei bambini bercianti a scuola, picchi la ragazzina che non può fare a meno di
rispondere subito ad un cazzo di messaggio, picchi l’architetto scemo (che
probabilmente tra qualche anno lo troverai dietro ad un bancone del MC a
servirti un cazzo d’hamburger che non sa di niente!) vestito di merda che porta
in mano un progetto irrealizzabile per una casa che non verrà mai
costruita, picchi lo stronzo di mezza
età che ha i santini appuntati alla giacca, picchi la grassona di merda che si
sente una modella ma è solo un secchio ricolmo di merda e depressione, picchi
l’imbecille che si crede arrivato perché lavoro in qualche studio governato da
statali e quindi non fa un cazzo e impiega due ore a mescolare lo zucchero nel
caffè, picchi duro la fu fanciulla negli anni settanta e che ancora si crede
una fanciulla negli anni settanta ma ormai è una carampana neanche buona per il
brodo, picchi tutti, senza risparmiarti, picchi e picchi ancora, finché il sangue
non ricopre interamente il tuo corpo, ma continui a picchiare perché non sei
soddisfatto di ciò che hai fatto e allora picchi perché sai d’essere un cazzo
di fallito nella vita, sai che anche una scimmia del Borneo focomelica e albina
potrebbe sostituirti domani, sai che non conti un beneamato cazzo di niente e
allora picchi, fai uscire il tuo dolore e la tua pochezza in pugni, calci,
morsi, sberle e quant'altro!
Respira!
“Scusi?”
“Aspetta
Ermenegildo c’è uno stronzo che mi rompe le palle!”
“Mi
scusi!”
Arriva
la tua fermata, piove, ti bagni ulteriormente, ormai senti il freddo e
l’umidità nelle ossa e in tutto il tuo essere, arrivi in ufficio, sulla tua
scrivania trovi una busta chiusa con su scritto il tuo nome, apri la busta, sei
appena stato licenziato, immagini di dare fuoco a tutto e a tutti, respiri
profondamente, prendi la lettera ed esci dal tuo ufficio, non piove più,
cammini per un bel po’ e poi decidi di tornare a casa!
La
vasca da bagno l’hai riempita d’acqua calda, ti spogli lentamente, senti un
senso di calma e benessere nello spogliarti, e pensare che odi il tuo corpo, i
vestiti gli lasci per terra, entri nella vasca!
Un
attimo di lucida follia!
Solo
un attimo!
Un
attimo soltanto e ti lasci coccolare dall'acqua calda, ti senti bene dopo
trentasei anni d’inculate, ti senti bene nello stare in una vasca da bagno con
dell’acqua calda, quasi bollente, ti senti bene nel sentire che tutto fuoriesce
dai tuoi polsi….
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